Frutti dal Giappone
Come e perché l’umeboshi contrasta la stanchezza primaverile

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Una piccola prugna giapponese potrebbe rivelarsi il vostro più grande alleato per affrontare il cambio stagione con il piede giusto. Scopriamo cos'è l'umeboshi e cosa lo rende così prezioso alle soglie della "maledetta primavera"

Farfalle nello stomaco, quando va bene, spossatezza e sonnolenza, quando va male. Il cambio stagione che conduce alla primavera porta con sé gioie e dolori ai quali si può cercare di porre rimedio con l'alimentazione. A questo proposito c'è un gioiellino della tradizione giapponese che con le sue proprietà concentrate può aiutare a combattere il tipico affaticamente primaverile. Il suo nome è umeboshi.

Cos'è l'umeboshi

Il termine umeboshi identifica un frutto botanicamente riconducibile a un ibrido di prugna e albicocca, originario della Cina ma coltivato da secoli in Giappone, Vietnam e Corea.

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L'ume (ovvero il frutto dell'albero Prunus Mume) viene raccolto quando è ancora acerbo, cioè quando la quantità di acido citrico è al massimo. I frutti vengono lasciati asciugare all'aria fino al raggrinzimento per poi essere chiusi in barili di legno con sale marino integrale e foglie di shiso. Viene applicato un peso che, unitamente all'azione del sale, fa fermentare le umeboshi causando la perdita dei liquidi. E siccome Rome wasn't built in a day, il procedimento può durare fino a sette anni.

Le proprietà dell'umeboshi utili durante il cambio stagione

La prugna umeboshi contiene una grande quantità di calcio, ferro e fosforo. Inoltre, l'alta concentrazione di acido citrico favorisce l'assorbimento intestinale di calcio, magnesio e ferro, minerali la cui carenza può portare a debolezza muscolare, spossatezza e irritabilità. L'umeboshi è anche un'ottima fonte di vitamina B1, fondamentale per il metabolismo energetico e la corretta funzionalità del sistema nervoso. Una sua carenza causa insonnia, difficoltà di concentrazione e inappetenza.

Le proprietà energetiche secondo la macrobiotica

Utilizzando il paradigma yin/yang (per semplificare: raffreddante / riscaldante) sul quale si basa la dottrina macrobiotica, la prugna umeboshi è un esempio perfetto di equilibrio. Appena raccolta è acerba e fortemente yin, mentre il processo di lavorazione la avvicina allo yang grazie agli effetti del sole, del sale e della pressione.

Questo rende l'umeboshi particolarmente interessante sotto il profilo energetico. Da un lato contrasta elementi fortemente yang, potremmo dire "acidificanti" (e dunque correlati a stanchezza e problemi immunitari) causati da un eccessivo consumo di carni, salumi, formaggi, uova, zuccheri semplici, farine raffinate, tè e caffè; dall'altro cura i problemi di tipo yang, ovvero di tensione e rigidità.

Come usare l'umeboshi in cucina

L'umeboshi si acquista nei negozi che vendono prodotti bio e ha un costo piuttosto elevato dovuto alla lunga lavorazione. Si trova, in vasetto sotto forma di piccole prugne, da schiacciare prima dell'utilizzo, in purea, oppure in forma liquida. Quest'ultima è, tecnicamente, l'acidulato di umeboshi ed è la parte di liquido rimasta nel barile alla conclusione del processo di fermentazione delle prugne. In tutti e tre i casi l'umeboshi si può utilizzare per condire cereali e verdure in sostituzione di aceto e sale. Mischiato alla tahina o allo yogurt vegetale diventa un dressing prelibato. Ha un sapore molto intenso, aspro e salato dunque il consiglio è di usarlo con parsimonia, a meno fino a quando vi sarete abituati al sapore particolarissimo. E se volete evitare di strizzare gli occhi al primo assaggio andateci piano: una punta di cucchiaino è sufficiente a fare amicizia.



 

Come e perché l’umeboshi contrasta la stanchezza primaverile - Ultima modifica: 2021-04-13T07:53:02+02:00 da Sabina Tavolieri

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