Buone notizie se siete dei consumatori abituali di frutti di bosco, uva nera, mele rosse o anche di cioccolato fondente. Giusto per dare qualche esempio di alimenti ricchi di flavonoidi, sostanze antiossidanti facenti parte della grande famiglia dei polifenoli e che caratterizza i vegetali che dal rosa-rosso virano al viola fino al blu dei mirtilli o al marrone del cacao.
Grazie a un nuovo studio appena pubblicato su Hypertension sono state raccolte ulteriori prove sul fatto che il consumo abituale di flavonoidi esercita un effetto benefico sul controllo della pressione. In precedenza, altre ricerche avevano constatato gli effetti protettivi dei polifenoli anche nei confronti di svariati disturbi come le malattie cardiocircolatorie (infarto, ictus), diabete di tipo 2 o alcune forme tumorali.
C’è un link tra flora intestinale e antiossidanti
Va detto che l'effetto benefico dei flavonoidi provato dai ricercatori sulla pressione sanguigna si è mostrato variabile nelle diverse persone testate. Rafforzando così la convinzione che la differente risposta sia in parte da imputare alla flora batterica intestinale, il microbiota. Per chi non lo ricordasse, i flavonoidi vengono scomposti dai batteri presenti nel tratto digestivo. Dando così vita a una serie di effetti metabolici positivi per la salute del sistema cardiovascolare, ma non solo. La ricerca scientifica in questi anni ha scoperto una connessione tra tipi di microbiota e malattie cardiovascolari e anche che il microbiota delle persone con problemi cardiaci o circolatori è diverso da quello di chi non soffre di questo tipo di patologie.
La ricerca, in breve
Tre i punti cardine della ricerca effettuata dal team di ricercatori delle Queen's University di Belfast: il consumo di cibi ricchi di flavonoidi, la pressione sanguigna e la diversità del microbiota. Ma, oltre a trovare la relazione tra questi tre punti, gli studiosi hanno voluto approfondire il ruolo del microbiota. Ossia quanto le diverse composizione batteriche possano spiegare l'associazione tra assunzione di cibi ricchi di flavonoidi e pressione sanguigna. Per la ricerca sono stati reclutati 904 adulti di età compresa tra i 25 e gli 82 anni. I ricercatori hanno valutato la dieta e le abitudini di vita, il microbiota intestinale e i livelli di pressione sanguigna dei partecipanti insieme ad altri test clinici.
I risultati principali su dieta e pressione
- I partecipanti con la più alta assunzione di cibi ricchi di flavonoidi, tra cui frutti di bosco, vino rosso, mele e pere, erano quelli con i livelli di pressione sistolica (la cosiddetta massima) più bassi, nonché con una maggiore ricchezza nella composizione della flora intestinale rispetto ai partecipanti che consumavano pochi cibi con flavonoidi. (Per chi fosse interessato, i primi avevano una minore presenza di Parabacteroides e una maggiore della famiglia di batteri della famiglia delle Ruminococcaceae).
- Il consumo di una porzione e mezza di frutti di bosco al giorno (una porzione equivale a 80 grammi o a una tazza) è stato associato a una riduzione media dei livelli di pressione sanguigna sistolica di 4,1 mm Hg. Secondo gli studiosi, circa il 12% di questo effetto è dovuto dalla varietà della flora intestinale.
- Bere 2,8 bicchieri (125 ml di vino per bicchiere) di vino rosso a settimana è stato associato a un livello medio di pressione sistolica inferiore di 3,7 mm Hg, di cui il 15% potrebbe essere spiegato dal microbiota.
"Il nostro microbiota intestinale svolge un ruolo chiave nel metabolizzare i flavonoidi per migliorare i loro effetti cardioprotettivi e il nostro studio ha fornito prove che questi effetti di riduzione della pressione sanguigna sono ottenibili con semplici modifiche alla dieta quotidiana", ha affermato Aedín Cassidy, il ricercatore principale dello studio. “I risultati indicano che studi futuri dovrebbero esaminare i partecipanti in base al profilo metabolico al fine di studiare più accuratamente i ruoli del metabolismo e della flora intestinale nella regolazione degli effetti dei flavonoidi sulla pressione sanguigna”.
In attesa di ulteriori sviluppi, la cosa migliore da fare è continuare a mettere il viola a tavola più spesso che si può. Il microbiota ne sarà felice (e la nosta salute anche).