Scopriamo se i latti vegetali possono essere considerati una valida alternativa al latte vaccino, anche per i più piccoli. Ecco i tipi più diffusi in commercio e le differenze tra prodotti bio e convenzionali
Il diffondersi di allergie e intolleranze nei confronti del latte vaccino, insieme alla scelta, per motivi etici o dietetici, di non nutrirsi di prodotti d’origine animale, ha portato una schiera crescente di consumatori a ricercare valide alternative vegetali. D'altra parte, l’esigenza di trovare un sostituto al latte vaccino non è certo una novità dei nostri tempi. In Cina e in India, ad esempio, dove gli allevamenti bovini sono da sempre poco diffusi, venivano preparati latti a base di soia o di girasole destinati ai neonati che non potevano assumere il latte materno.
Semi e cereali da bere
Nei Paesi mediterranei, e specialmente nel nostro Meridione, un tradizionale sostituto del latte vaccino è stato il latte di mandorle. Per i nostri nonni era una vera e propria prelibatezza, di rapida preparazione e soprattutto a basso costo. E, ancora oggi, in molte case del sud è una tradizionale bevanda sempre ben gradita ai bambini. Appartengono alla tradizione anche i latti ottenuti dai cereali, in commercio i più diffusi sono quelli di riso e d’orzo. Alla pari del latte di mandorle si trovano già pronti per l’uso, ma non sempre provengono da cereali di coltivazioni biologiche: prima dell’acquisto leggere attentamente l’etichetta. In genere vengono consumati come bevanda rinfrescante o per la preparazione di torte, budini e creme. Il latte di cereali è ricchissimo di fosforo, vitamina B1, potassio e magnesio, costituisce un’ottima bevanda estiva dal sapore ricco e corposo.
L’ascesa della soia
Se il latte di mandorle e quelli di cereali sono latti vegetali più tradizionali, quello di soia è oggi sicuramente il più diffuso non solamente nei Paesi orientali, ma anche in Occidente. Al naturale, però, non è idoneo all’alimentazione del lattante a causa dell’eccessivo contenuto di proteine e di sali minerali e lo scarso tenore di calcio e di vitamina B12. Perciò, la maggior parte dei formulati a base di soia per la prima infanzia oggi in commercio vengono arricchiti con modeste quantità di amido di mais, oli vegetali, vitamine, oligoelementi e metionina, un aminoacido carente nella soia. Ovviamente tale arricchimento non risulta necessario per i prodotti destinati all’alimentazione degli adulti e dei bambini di oltre due anni di età. I latti di soia presenti sul mercato sono principalmente di due tipi: il latte cosiddetto adattato destinato alla prima infanzia, ma non sempre ottenuto con soia biologica, e il latte naturale, cioè privo di qualsiasi processo di arricchimento e di correzione, destinato al mercato dell’alimentazione naturale, quasi sempre di provenienza biologica. In entrambi i casi, l’ingrediente di base è la soia gialla, il cui elevato contenuto di lecitina permette la formazione di un’emulsione di acqua e grassi sufficientemente stabile e assai simile nell’aspetto e nel colore al latte vaccino.
Le differenze tra bio e no
A differenza del latte da soia biologica, il metodo convenzionale ricava il latte dalle farine residue dopo la spremitura dei semi per l’olio. Purtroppo per l’estrazione dell’olio di soia si fa largo uso di solventi e di altri additivi chimici, tracce dei quali si ritrovano poi inevitabilmente nelle farine e quindi nel latte. In genere, quanto più è concentrato il latte, tanto maggiore risulterà il suo valore nutrizionale. Di contro, aumentando la percentuale di soia, si riduce progressivamente la sua sorbevolezza a causa dell’accentuazione dell’odore forte e pungente, che costituisce uno dei principali “difetti” organolettici di questo prodotto. Per ridurre al minimo tale inconveniente, sono stati sperimentati numerosi accorgimenti e due sono oggi i metodi più diffusi: il riscaldamento del latte sotto vapore e la macinatura a caldo dei semi. Grazie a tali trattamenti il gusto, l’odore e il sapore della maggior parte del latte di soia in commercio sono notevolmente migliorati, facilitando la diffusione di questo prodotto, sia come sostituto del latte vaccino sia come ingrediente di un gran numero di bevande, budini, dessert e gelati, ormai diventati popolari anche al di fuori dell’ambito dei consumatori di alimenti naturali.