A partire da marzo, nei campi, arriva un'erba spontanea dal retrogusto amarognolo: il tarassaco. È proprio questo sapore a conferire la notevole azione depurativa e disintossicante dell'erba, necessaria in questo cambio di stagione. Un gusto in grado di regalare alle nostre ricette una marcia in più.
Tarassaco, amico del fegato
Tutti conoscono il fiore giallo del "piscialletto" e anche se il suo nome rimanda all'attività diuretica della pianta, è sul fegato che il tarassaco esercita la sua azione più interessante. Infatti, le sostanze amare che contiene stimolano la produzione della bile, facilitando la digestione dei grassi e le funzioni intestinali.
Le foglie tenere consumate crude apportano anche vitamina C e ferro, utili contro la stanchezza di primavera. Della pianta si consuma tutto: i fiori sono commestibili, e la radice è utilizzata per decotti o, tostata, per un surrogato del caffè, privo di caffeina dall'effetto digestivo.
Acquisto del tarassaco
Pianta diffusissima nei campi, è però da evitare la raccolta spontanea se c’è rischio di inquinamento, in quanto è una delle erbe che assorbe maggiormente piombo. In questo periodo si può trovare anche in vendita, come cespo verde, “immaturo”, senza fiori. Le foglie devono essere umide al tatto, integre, senza macchie brune, in particolare lungo la parte chiara centrale, che dal momento indicherebbero un lungo tempo trascorso dalla raccolta.
Un trucco in cucina
Prima di mescolare il tarassaco con altri ingredienti, è utile bollirlo per 5 minuti così da smorzarne il sapore amaro.
Vi proponiamo 5 ricette con il tarassaco, semplici e gourmet, perfette per gustare questa benefica erba spontanea.