Caffè e cuore
Chi beve caffè si protegge dalla pressione alta?

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Sono da conoscere i risultati di due ultimi studi che hanno analizzato il rapporto tra assunzione di caffè e pressione sanguigna. Il più recente ci riguarda direttamente perché ha coinvolto degli italiani e perché ha confermato un’azione protettiva svolta dalla nostra tazzina preferita

Ma insomma, bere il caffè fa bene o male alla pressione? La domanda sembrerebbe più che legittima dopo l’importante ricerca pubblicata nel dicembre scorso sul Journal of the American Heart Association.  Lo studio è stato condotto su oltre 18mila giapponesi e ha concluso che bere due o più tazze di caffè al giorno può raddoppiare il rischio di morte per malattie cardiovascolari tra chi soffre di ipertensione grave. Per fortuna, questo rischio non risulta associato alle persone con ipertensione di grado inferiore. Da evidenziare che i criteri di pressione sanguigna per questo studio sono leggermente diversi dalle linee guida internazionali ed è stata considerata come grave la pressione con valori di 160/100 mm Hg o superiori. Infine va detto che la ricerca rileva che bere solo una tazza di caffè o di tè verde (altra popolare fonte di caffeina in Oriente) non aumenta il rischio neanche negli ipertesi gravi.

Una ricerca che parla italiano

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Il secondo studio è dell’Università di Bologna e dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola ed è apparso sulla rivista Nutrients. Secondo questa ricerca, bere caffè aiuterebbe a mantenere bassa la pressione sanguigna. Per arrivare a queste conclusioni il team di ricercatori ha studiato un campione di circa 1500 persone, equamente diviso tra uomini e donne, tutte partecipanti al Brisighella Heart Study (partito negli anni ’70 del secolo scorso, questo studio coinvolge la popolazione di Brisighella, in provincia di Ravenna, indagando i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e del metabolismo). Per ogni partecipante sono stati confrontati i livelli di pressione, l’abituale consumo di caffè e altri dati clinici.

Un risultato che ci riguarda

Secondo la ricerca bolognese, chi sorseggia due-tre tazze al giorno di caffè ha la pressione più bassa rispetto a chi ne beve una sola tazza o a chi non ne prende affatto. Ecco come Arrigo Cicero dell’Università di Bologna, primo autore dello studio, commenta gli esiti della ricerca: "I risultati che abbiamo ottenuto mostrano che chi beve regolarmente caffè ha una pressione sanguigna significativamente più bassa, sia a livello periferico che a livello centrale, rispetto a chi non ne beve".

Certamente un plus della ricerca per noi italiani consiste nel fatto di essere stato eseguita su connazionali: "Si tratta del primo studio a osservare questa associazione sulla popolazione italiana, e i dati confermano l’effetto positivo del consumo di caffè rispetto al rischio cardiovascolare", puntualizza Claudio Borghi, responsabile dello studio.

Altri lavori in passato (come quello di cui si parla in questo post) hanno osservato un minor rischio nei consumatori di caffè di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete, alcune malattie neurodegenerative e del fegato. Tuttavia ancora non sono del tutto noti i principi attivi che provocano questi effetti protettivi: “La caffeina è solo uno dei diversi componenti del caffè e certamente non è l’unico che ha un ruolo attivo: effetti positivi per la salute umana sono stati registrati infatti anche tra chi consuma caffè decaffeinato”, risponde Cicero. “Sappiamo che la caffeina può contribuire ad aumentare la pressione sanguigna, ma altri componenti bioattivi nel caffè sembrano controbilanciare questo effetto, con un risultato finale positivo rispetto ai livelli della pressione”.

Tornando alla domanda iniziale su caffè e pressione, che conclusioni possiamo trarne? La prima è che non c’è ragione per gli ipertesi (ma neanche per chi non ha problemi di pressione) di temere la tazzina, anzi. Ovviamente si parla di un consumo consigliato che non superi le 2-3 tazze al giorno. Tuttavia, anche il consumo di una tazza è stato considerato accettabile per chi ha una forma di ipertensione grave. Ma in quest’ultimo caso il consumo di caffè è un argomento che sarebbe meglio affrontare col proprio cardiologo, che consiglierà la dose ottimale e potrà fugare tutti i dubbi. Anche se due tazzine al giorno, in effetti, sembrerebbero levare il cardiologo di torno…

Chi beve caffè si protegge dalla pressione alta? - Ultima modifica: 2023-02-06T07:49:09+01:00 da Barbara Asprea

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