A volte arrivano regali della natura accudita dall'uomo molto graditi e piacevoli, più volte vi ho raccontato della generosità della mia vicina che cura un grande orto e spesso mi dona i suoi prodotti con molta semplicità e partecipazione.
Ne riconosco il valore alto per questo ogni volta che posso ricambio a mio modo ovvero offrendo a lei i miei piatti cucinati, spesso dolci di cui è ghiotta!!!
È di qualche giornata fa l'arrivo di un bel piatto di uva fragola o americana come spesso viene anche chiamata, una varietà estremamente particolare famosa per le tante e singolari caratteristiche che la contraddistinguono.
L'aspetto è quello di un uva con acini particolarmente tondi che pendono da grappoli di medie dimensioni, mai troppo grandi, con una colorazione spiccatamente nera intensa (esiste anche la varietà bianca).
Ed è proprio la tipologia nera quella a maggiore diffusione soprattutto al nord nelle zone meno calde dove la maturazione tardiva si spinge a tutto il mese di ottobre in base al clima specifico e all'altitudine.
La sua natura di forte resistenza a parassiti e condizioni climatiche avverse con basse temperature e inverni rigidi la rende diffusa anche in montagna spesso a altitudini inaspettate.
Colpisce subito più che l'aspetto specifico l'intenso profumo quasi stordente di fragola che si ritrova poi intenso anche all'assaggio e dà il nome a questa varietà.
Camminando in paese più di una casa ha un sorta di pergolato di questa uva e i miei bimbi ogni volta nell'autunno inoltrato si fermano estasiati a sentirne il profumo, mi sembrano lo specchio di me e credo di tanti come noi da piccoli, almeno di quelli con la fortuna di aver vissuto in un ambito di natura e non solo in città.
È identica l'emozione di quel profumo che a stento si associava all'uva salvo poi assimilarlo con convinzione e consapevolezza all'assaggio sorprendente.
Tuttora quando metto in bocca una acino di questa magica uva trovo le stesse emozioni di sorpresa, credo sia l'unico frutto in assoluto che mi da queste sensazioni speciali ed è per questo che ritengo abbia in se qualcosa di magico e spirituale.
Non è un caso che si chiami spesso uva americana visto che è una delle più antiche viti di quel continente arrivata in Europa dopo la sua scoperta.
Qui oltre ad adattarsi bene contribui a salvare all'epoca della diffusione della devastante fillossera gli esemplari autoctoni a rischio di scomparsa.
Insomma un frutto di cui si parla poco in una patria come la nostra in cui l'uva da vino e da tavola la fanno da padroni, ma che ha molto risvolti degni di essere messi in luce.
E magari trasformati in ricette come è successo nel mio caso in cui è subito diventata questa uva protagonista di uno squisito dessert che domani vi racconterò nei particolari!!!