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Nessuno di quelli che hanno a cuore il benessere a tavola ha la minima intenzione di mortificare la dimensione puramente organolettica della ricetta finale, piacere, gusto e soddisfazione sensoriale rimangono prioritari, ma l’attenzione alla salute delle singole preparazioni è oggi un problema rilevante troppo trascurato su cui in molti preferiscono sorvolare non capendone la centralità e la grande importanza. Lo si vede anche dalle piccole cose come racconto in questo articolo in una somma di situazioni che sarebbe meglio non trascurare!!!

Credo sempre di più ci sia un urgenza impellente nella preparazione dei piatti da consumare nel quotidiano, sia che siano destinati a un ambito professionale, sia che si operi in campo domestico: l’attenzione alla salute delle singole preparazioni.

Viene spesso confusa con uno sminuire la bontà del piacere a tavola e su questo presupposto si alzano muri altissimi, si fanno commenti e ironie abbastanza facili, si preferisce non voler capire stabilendo che l’unica priorità è il gusto, la presentazione, l’impatto emotivo del piatto quando in realtà l’attenzione alla salute è semplicemente un valore aggiunto a tutto questo.

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Nessuno di quelli che hanno a cuore la salute a tavola ha la minima intenzione di mortificare la dimensione puramente organolettica della ricetta finale, ma perché si deve necessariamente scegliere una cosa o l’altra quando entrambe possono convivere magnificamente?

Si tratta solo di entrare in una mentalità di maggiori attenzioni e aumentata empatia con l’operatività di cucina, magari basterebbe immaginare che quel cibo sia destinato a noi stessi e non ad altri e questo soprattutto nell’ambito professionale.

E capire che voler risparmiare tempo quando si cucina a casa non sempre porta a risultati benefici se pur di dare gusto a un piatto introduciamo poi sostanze o usiamo metodi che nel tempo portano a noi e ai nostri cari danni considerevoli.

La questione è molto più semplice di quello che possa sembrare e porre più attenzione alla salute è semplicemente prendere coscienza di quali altre possibilità pratiche abbiamo per arrivare a uno stesso risultato di gusto, quali soluzioni possiamo adottare e quali semplici accortezze possiamo mettere in campo.

Magari anche solo banalmente cambiare quella solita padella usata e deformata che ci ostiniamo a usare, approfondire le dinamiche delle temperature sapendo già bene che in generale più sono alte peggio è per la salute, adottare tecniche di trasformazione degli alimenti a crudo come a cotto che sono molto più abbordabili di quello che si pensi.

Mi è capitato di entrare ancora di più in questa riflessione recentemente quando essendo in un contesto extra cucina per una consulenza alimentare di supporto a un progetto di nutrizione qualcuno ha ordinato per pranzo un insalata da asporto da una nota catena ristorativa.

E come si vede dalle foto quello che risaltava nettamente appena aperta la confezione erano le numerose macchie di nero e bruciato della carne messa a supporto dell’insalata, un insieme di sostanze che con il gusto finale hanno una relativa importanza, mentre per la salute dell’organismo sono ben poco positive.

Si tratta di un chiaro esempio di nulla attenzione alla salute, grigliare quella fettina di carne su una piastra evidentemente già sporca per via di precedenti cotture, farlo a temperatura elevate solo per risparmiare tempo, non avere in realtà alcun vantaggio di gusto finale, non porsi minimamente il problema di quello che a livello di salubrità viene servito al cliente finale.

Che può essere ognuno di noi e per questo è ancora più sorprendete non interessarsi alla cosa e in ogni caso per nulla professionale se con professione intendiamo anche un etica di produzione.

L’accumulo nel tempo di quelle sostanze puntinate nere bruciate e piene di elementi tossici porta conseguenze tangibili a livello di formazione di patologie molto invasive come i tumori.

E il problema non è tanto la fetta di carne malgrado questo cibo sia sempre da limitare perché lo stesso errore viene fatto indistintamente anche con una fetta di verdura qualsiasi con buona pace di chi crede che alimentarsi con soli vegetali sia la soluzione a tutti i problemi.

Manca ed è evidente la conoscenza, la competenza e la presenza di chi dovrebbe sollecitare maggiore attenzione alla salute del cibo trasformato.

Il comparto professionale che se ne dovrebbe fare carico come missione principale, le istituzioni pubbliche con maggiori campagne di informazione, gli organi di controllo che invece di essere puri esecutori di sanzioni dovrebbe essere alleati positivi e preziosi per tutto il comparto produttivo.

Nel nostro piccolo su Cucina Naturale cerchiamo di evidenziare le problematiche senza fermarci a queste, ma proponendo le possibili soluzioni, le alternative concrete che mantengono intatto il piacere del cibo trasformato, le indicazioni utili tratte dalle moderne e illuminate ricerche in tema di alimentazione e salute!!

L’attenzione alla salute che ancora manca in cucina - Ultima modifica: 2022-02-08T16:14:32+01:00 da Giuseppe Capano

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