Arrivo a presentare la mia ricetta con l’olio promessa ieri, come una poesia da dedicare a un’amata dicevo e qui pur nella semplicità della proposta ritrovo questo amore per l’olio.
Volutamente non ho aggiunto definizione dopo la parola olio perché per "definizione" è per me in automatico olio da olive, da usare sempre e comunque, con tutti gli altri a seguire e a essere funzionali al re del condimento.
Questo olio di madre oliva e di padre olivo però non è un figlio unico, ha molti fratelli tanti quanti possono essere i caratteri che dei genitori ogni figlio olio ha saputo prendere tramite le mani dell’uomo che ha lavorato e trasformato le tracce di partenza.
E i figli si possono classificare in più bravi e in meno bravi o piuttosto vanno saputi cogliere per quello che sono sapendo che ognuno a suo modo può ridare il meglio delle sue origini se messo in condizioni di farlo?
Io propendo per la seconda considerazione, intanto i genitori sono di alto rango, semmai spetta a noi sapere prima le caratteristiche intrinseche, capire al momento dell’uso la destinazione d’uso ottimale e godere dopo della giusta collocazione sensoriale.
Certo costa fatica come tutto quello che è consapevolezza del momento e di cosa si è in quel momento, ma è una fatica ben spesa, in tutti i sensi!
Questa modesta ricetta vede l’uso di un olio extravergine dal fruttato intenso in cottura, seguito da un olio dal fruttato leggero come mantecatura finale e da un altro ancora, un semplice olio d’oliva non extravergine, come veicolo di esaltazione di un erba.
Quale di questi oli è il più importante e degno di essere usato?
Visto il tema del post è una domanda retorica e provocatoria che spero serva a far riflettere meglio.
Attraverso la parola certo, ma ancora di più attraverso il racconto che la degustazione di un piatto porta con se svelando verità preziose per chi le sa cogliere.
Orzotto al pomodoro, basilico, limone e olio da olive
Ingredienti per 4 persone:
- 2 scalogni,
- 225 g d'orzo perlato,
- 125 g di passata di pomodoro,
- 1,5 l circa di buon brodo pronto,
- 1 limone,
- 1 mazzetto di basilico fresco,
- 2 cucchiai di parmigiano grattugiato (facoltativo),
- olio extra vergine d'oliva dal fruttato intenso e leggero,
- olio vergine d’oliva,
- sale
Preparazione
- Sbucciare e tritare gli scalogni, tostare l'orzo in una pentola da risotti per 3-4 minuti a calore basso.
- Togliere l'orzo dalla pentola e rosolare per 5 minuti il trito di scalogni insieme a 2-3 cucchiai di olio dal fruttato intenso, aggiungere la passata di pomodoro, salarla e cuocerla per pochi minuti.
- Unire nuovamente l'orzo, insaporirlo brevemente, abbassare la fiamma e versando poco brodo caldo per volta cuocere il cereale per 30-35 minuti circa.
- Nel frattempo lavare e asciugare il limone, grattugiare una parte della buccia tagliando il resto a julienne sottile, scaldare a bagnomaria per 5 minuti 2 cucchiai di olio dal fruttato leggero con la buccia di limone grattugiata.
- Sfogliare il basilico, friggerlo in abbondante olio d’oliva vergine ben caldo per pochi secondi, scolarlo su carta assorbente e lasciarlo raffreddare.
- A fine cottura insaporire a scelta l’orzotto con il parmigiano e mantecarlo con l’olio al limone, metterlo nei piatti e decorarlo con le foglie croccanti di basilico, la buccia di limone a julienne e un poco di nocciole tritate