Lasagne vegetariane con contorno di insalata verde; polpettone di tacchino con carote glassate e riso nero; chili vegan con pane di mais e fagioli neri.
Ecco alcuni esempi dei menu preconfezionati che sono stati somministrati ai partecipanti dello studio recentemente pubblicato su Obesity, il cui obiettivo era valutare se durante un programma di dimagrimento risultassero più efficaci i pasti “in scatola” oppure quelli preparati a casa seguendo le indicazioni di un menu scritto. La prova è durata un tempo abbastanza breve, 12 settimane, e ha coinvolto 183 persone, tutte sovrappeso od obese; 139 di queste ricevevano pranzi e cene “light” già confezionati mentre i restanti sceglievano gli alimenti da consumare all’interno delle prescrizioni dietetiche fornite a entrambi i gruppi. Alla fine del periodo tutti sono dimagriti, ma il gruppo dei pasti pronti ha perso in media più dell’8% del peso (circa 8 kg), l’altro gruppo è calato del 6%, ossia circa 6 kg. Va detto che il risultato è stato ottenuto anche grazie a un aumento dell’attività fisica con intensità moderata, almeno un’ora al giorno, e a un programma di educazione alimentare. Ovviamente però questo studio presenta dei limiti, come la breve durata dell’esperimento. Tuttavia, può fornirci degli utili spunti. Che non sono certamente quelli di “buttarsi” sui piatti pronti ma di prepararseli a casa, magari pensando anche alla pausa pranzo del lavoro, come è il caso dell'insalata di pasta della foto. L’espediente di porzionare i vari alimenti (anche congelandoli, quando serve) e di mettere nel piatto un menu completo, leggero e “non modificabile” aiuta senz’altro a controllare peso, calorie e a non esagerare mai a tavola (però non si deve riaprire il frigorifero per il dessert…).