Novità dalla ricerca
Alcol? No grazie, sono incinta


Un team di ricercatori austriaci è riuscito a vedere gli effetti negativi che il consumo di alcol in gravidanza provoca sui cervelli dei nascituri. Una ragione in più per astenersi anche quando si beve meno di una volta a settimana. Capiamone qualcosa di più

La scienza dell’alimentazione e la dietetica sono discipline in continuo movimento grazie al progresso delle conoscenze scientifiche – nonché delle apparecchiature diagnostiche sempre più precise. E in effetti con il passare del tempo tanti consigli che si davano un tempo ora non hanno più alcun riscontro scientifico. Ma accade anche il contrario: ciò che un tempo veniva raccomandato in modo più blando, oggi ha assunto una notevole forza. È questo il caso dell’assunzione di bevande alcoliche durante la gravidanza. Che l’alcol fosse nocivo non è certo una novità, però un nuovo studio dell'Università di Vienna ha scoperto che anche un consumo occasionale materno influisce sulla struttura cerebrale del nascituro, ritardandone lo sviluppo. E come lo ha scoperto? “Fotografando” il cervello del futuro neonato tramite una particolare risonanza magnetica.

Lo studio in breve

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I risultati dello studio sono presentati in questi giorni durante il meeting annuale della Radiological Society of North America (RSNA) che si sta tenendo a Chicago. "La risonanza magnetica fetale è un esame altamente specializzato e sicuro che ci consente di fare affermazioni accurate sulla maturazione cerebrale prenatale", sostiene in effetti Gregor Kasprian, autore senior dello studio, nonché docente di radiologia dell’Università di Vienna. Per il loro studio, i ricercatori hanno analizzato 24 feti tra le 22 e le 36 settimane di gestazione al momento della risonanza magnetica. Allo stesso tempo, l’eventuale consumo di bevande alcoliche da parte materna è stato determinato tramite questionari.

Ebbene, nei cervelli dei nascituri con esposizione all'alcol, il punteggio di maturazione totale fetale era significativamente inferiore rispetto ai controlli di pari età, inoltre il solco temporale superiore destro (STS) – che si occupa di cognizione sociale, integrazione audiovisiva e percezione del linguaggio – risultava meno profondo. Spiega Kasprian: "Sappiamo che questa regione, e in particolare la formazione della STS, ha una grande influenza sullo sviluppo del linguaggio durante l'infanzia".

La brutta notizia è che questi cambiamenti sono stati riscontrati anche nelle mamme che avevano bevuto poco, con un consumo medio inferiore a un drink a settimana. Insomma, da quanto scoperto appare evidente che per le gestanti sarebbe bene evitare anche l’eccezione, come bere vino o altri alcolici quando cenano fuori con gli amici o durante i fine settimana.

Che succede dopo la nascita?

Se i cambiamenti strutturali e il ritardo della maturazione del cervello sono stati accertati, non è ancora chiaro se e in quale misura questi influenzeranno lo sviluppo del cervello nei bambini una volta nati. “Per valutarlo con precisione, dobbiamo aspettare che i bambini che abbiamo esaminato prima della nascita diventino un po' più grandi, in modo da poterli invitare a tornare per ulteriori esami", risponde Patric Kienast, altro autore delle studio. "Tuttavia, possiamo fortemente presumere che i cambiamenti che abbiamo scoperto possano contribuire ad eventuali difficoltà cognitive e comportamentali che possono verificarsi durante l'infanzia".

Ma nell’attesa che i bimbi dello studio crescano, dire completamente addio per nove mesi all’alcol più che una raccomandazione dovrebbe diventare un obbligo da comunicare alle future mamme, che non sempre vengono informate a sufficienza proprio su questo aspetto.

Alcol? No grazie, sono incinta - Ultima modifica: 2022-11-29T17:39:17+01:00 da Barbara Asprea

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