Dolcificanti e salute
La dolcezza non è sempre buona


Parliamo di dolcificanti artificiali, presenti in innumerevoli prodotti, dalle bevande ai farmaci. Nonostante la scienza continui a dimostrare che sono nocivi alla salute, e anche che fanno ingrassare, l’industria li utilizza sempre di più. E noi li mangiamo

È inutile negarlo: i cibi che l’industria alimentare propone ogni giorno nei negozi sono sempre più raffinati, si conservano più a lungo e sono carichi di un gran numero di additivi che partono dai conservanti e arrivano ai dolcificanti artificiali. Che, è vero, non hanno calorie, ma nascondono brutte sorprese per la salute.

Quali sono i più comuni?

I dolcificanti artificiali sono sostanze senza valore nutritivo ma con un potere dolcificante molto più alto dello zucchero comune (da 150 a 600 volte superiore) e un impatto calorico vicino allo zero. Nel corpo umano l’aspartame (indicato in etichetta con la sigla E951), uno dei più comuni dolcificanti, si scompone nel tratto gastrointestinale e libera metanolo. Questo alcool, che corrisponde in peso a circa il 10% dell’aspartame, è a sua volta trasformato in formaldeide e altre sostanze. Gli effetti nocivi di formaldeide e metanolo (qualcuno ricorderà lo scandalo del vino al metanolo che aveva provocato diversi morti) sono tristemente noti. Tra i dolcificanti più comuni compaiono anche: la saccarina (indicata in etichetta con la sigla E954), che nel 1981 finì nella lista dei probabili cancerogeni negli Usa; i ciclammati (E952); l’acesulfame (E950), il cui uso è consentito in Europa dal 1995 nonostante vari studi abbiano dimostrato che può aumentare il rischio di cancro nell’uomo; il neotame (E961), con struttura chimica simile a quella dell’aspartame; lo stevioside estratto dalla pianta della Stevia reubadiana, unico di origine naturale ma non per questo più salutare. Si è portati a credere che l’aspartame e gli altri dolcificanti si trovino solamente nelle bustine al bar: purtroppo non è così. Sono presenti, infatti, anche in tantissimi prodotti di uso quotidiano, e in particolare in quelli che riportano la dicitura “senza zucchero” e in quelli light: bibite zero, yogurt dietetici, marmellate light, chewingum, patatine, gelati, cioccolato senza zucchero, salumi, farmaci e molti altri ancora.

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Che effetti hanno sulla salute?

Un dato che dovrebbe far riflettere sull’utilizzo sconsiderato dell’aspartame è la sua eccitotossicità. Con questo termine ci si riferisce a sintomi quali emicrania, alterazioni della vista, disturbi dell’umore, nausea, diarrea e fatica cronica. L’aspartame, rilasciando metanolo, causerebbe avvelenamento cronico influenzando la produzione di dopamina (un neurotrasmettitore) e causando quindi dipendenza. Nel 1996 Ralph Walton, della Northeastern Ohio Universities College of Medicine, riferì che gran parte degli studi riguardanti la sicurezza di alcuni prodotti sugli esseri umani esaminati dall’EFSA (European Food Safety Authority), erano sponsorizzati dalla Nutrasweet, azienda che produce e vende dolcificanti artificiali (aspartame e neotame). Analizzando tutti gli studi considerati nel 2013 dal gruppo dell’EFSA risulta che il 100% di quelli svolti con fondi dell’industria suggeriscono che l’aspartame è innocuo, mentre la percentuale degli studi indipendenti indicano rischi possibili del 97%: un quadro non certo roseo che mina la nostra fiducia negli enti che dovrebbero tutelare la pubblica salute.

Dolcificando aumenta il girovita

Oltre a causare danni alla salute, i dolcificanti, paradossalmente, fanno anche ingrassare. E molti studi lo confermano. Citiamo tra questi quello condotto dall’Health Science Center di San Antonio, in Texas. Sono stati analizzati 474 anziani, ai quali sono stati misurati altezza, peso e circonferenza vita. I ricercatori hanno poi valutato l’associazione tra assunzione nella dieta di bevande light con presenza di dolcificanti e aumento del grasso corporeo. Coloro che facevano uso di bevande light hanno fatto registrare un aumento del girovita maggiore del 70% rispetto ai non bevitori, dopo 9,5 anni. Tra i bevitori frequenti (due o più bevande dietetiche al giorno) la crescita del girovita era del 500% superiore ai non bevitori. Altri studi confermano la tendenza a ingrassare in chi consuma dolcificanti. Uno è quello condotto sempre dai ricercatori dell’Health Science Center di San Antonio, in Texas, che hanno alimentato 40 topi aggiungendo alla loro dieta olio di mais (per renderla ricca di grassi). Alla metà dei topi i ricercatori hanno anche aggiunto aspartame. Dopo tre mesi hanno scoperto che i topi che avevano assunto aspartame dimostravano elevati livelli di glucosio nel sangue a digiuno, ovvero una condizione diabetica o prediabetica, potentemente ingrassante. Anche il lavoro di Raben A. et al. Del 2002 (Sucrose compared with artificial sweeteners. Different effects on food intake and body weight), pubblicato nell’American Journal of Clinical Nutrition, dimostra l’effetto sul peso corporeo dell’assunzione a lungo termine di bevande e cibi contenenti o saccarosio o dolcificanti artificiali in alimentazione libera nei soggetti sovrappeso. In pratica chi assume dolcificanti artificiali mette su peso in modo anche maggiore rispetto a chi dolcifica con semplice zucchero. Tutto ciò sembra essere dovuto al fatto che il nostro cervello associa all’ingestione di cibi dolci un grande carico di calorie; nel caso dei dolcificanti artificiali ipocalorici, però, questo non avviene. L’organismo così risponderà con una ricerca maggiore di cibo durante la giornata. In sintesi qualunque dolcificante, alterando uno dei fattori che regolano il metabolismo, agisce come interferente endocrino. Non può dunque esistere un dolcificante “sicuro”. Si potrà documentare che non favorisce l’insorgere di tumori, ma sicuramente disturba l’assetto ormonale dell’organismo. Infatti, il paradosso più grande relativamente all’assunzione di dolcificanti è che fanno ingrassare. La letteratura scientifica ci dice questo, senza ombra di dubbio, e ciò rappresenta una delle più imponenti prese in giro degli ultimi 50 anni. Il meccanismo d’azione non è ancora chiaro al 100%. Sembra che il dolcificante stimoli recettori intestinali che a loro volta mandano al cervello segnali di fame, ma poco importa.

Rieducare il corpo alla “giusta dolcezza”

Quel che è certo è che i dolcificanti sono eccitotossici, probabilmente cancerogeni ad alti dosaggi e - quel che fa davvero sorridere, se non ci fosse da piangere - fortemente ingrassanti. Come l’industria che li produce, con l’aiuto di una generale disinformazione scientifica, abbia potuto farci credere che fossero dimagranti, è cosa che ancora genera stupore. Il segreto per stare bene, senza alcun dubbio, è quello di imparare a non dolcificare ciò che mangiamo. Evitando di ingerire qualcosa che madre natura non ha previsto né programmato. Drogati di dolce, non sappiamo fare a meno di alterare ogni cibo, anche a scapito della nostra salute. Incominciare a rinunciare a queste innaturali sostanze chimiche può essere un primo importante passo avanti nella nostra consapevolezza alimentare.

La dolcezza non è sempre buona - Ultima modifica: 2018-05-15T09:15:44+02:00 da Sabina Tavolieri

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