Diete e dintorni
Contenti per Adele magra ma cosa sapete della sua Sirtfood Diet?

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Nata nel 2017 in Gran Bretagna, la Sirtfood Diet è diventata nota grazie al notevole dimagramento della cantante Adele, conosciamo un po’ meglio questo approccio dietetico basato sulla stimolazione degli enzimi sirtuine, dai quali prende il nome

Il meccanismo psicologico rimane sempre lo stesso e il web ha l’effetto di amplificarlo ulteriormente. Se prima era il vicino di casa a incuriosirci su come avesse fatto a perdere 30 chili, ora i nostri esempi sono le star dello spettacolo o i personaggi famosi in genere.

E anche il caso della britannica Sirtfood Diet, o Dieta Sirt come viene chiamata da noi, non fa eccezione. Addirittura nel sito italiano è bene evidente lo strillo “La dieta seguita anche dalla cantante Adele (ha perso 30 kg) e da Pippa Middleton, per arrivare in forma alle nozze!” Pure il nome completo risulta evocativo “Sirt, la dieta del gene magro”. Come non può fare presa sul pubblico?

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La Sirt spiegata facile

Il concetto base di questo regime alimentare ideato dai due nutrizionisti inglesi Aidan Goggins e Glen Matten – autori nel 2017 del libro The Sirtfood Diet - è quello di basare la propria alimentazione su un gruppo di alimenti in grado di stimolare le sirtuine. Queste sono una classe di proteine ad attività enzimatica (i mammiferi ne hanno sette: SIRT 1-7) che svolgono numerosissimi compiti che impattano sul nostro metabolismo e i nostri geni. Nei primi anni Duemila si è scoperto che alcune sostanze antiossidanti, come il resveratrolo, antiossidante presente nella buccia dell’uva nera, erano in grado di attivare le sirtuine, stimolando così le loro azioni. Che secondo gli autori sono molteplici: antinvecchiamento, antinfiammatorie, bruciagrassi (simulano il digiuno), di regolazione della resistenza insulinica, per citarne solo alcune.

E in effetti i 20 cibi consigliati – ossia i “sirtfood” - si caratterizzano per la presenza di antiossidanti e altri composti dall’indubbia azione protettiva e antinfiammatoria. Ad esempio i polifenoli di vino rosso, tè verde e caffè, ma anche fragole, cipolle rosse, cioccolato fondente (almeno all’85%) oppure condimenti: peperoncino, curcuma e olio extravergine d'oliva.

Due fasi in tre settimane

Come accade anche con altri tipi di regimi dimagranti, anche la Sirt prevede più fasi con apporti calorici diversi. Si inizia con una settimana d’attacco, con un introito energetico non superiore alle 1000 calorie ma solo nei primi tre giorni (dopo si può salire fino alle 1500 calorie). Il menu prevede un pasto solido tratto dalle ricette del libro (poi diventano due) e l’assunzione di succhi verdi (tre volte al giorno nei primi tre giorni e poi due volte al giorno) ricchi di antiossidanti che comprendono cavolo, rucola, mela verde, prezzemolo, gambi di sedano, mela verde e tè verde matcha. Va detto che secondo gli autori la prima settimana può comportare una perdita di peso in media di 3,2 kg.

La seconda fase dura un paio di settimane e non ha più indicazioni riguardo alle calorie giornaliere ma prevede, oltre a tre pasti basati sui sirtfood, le cui ricette si trovano sempre nei libri pubblicati, il consumo di un succo verde al giorno. Passate queste fasi ognuno sarà libero di ripeterle se desidera un'ulteriore perdita di peso oppure di proseguire a inserire i sirtfood e il succo verde nella normale alimentazione.

Conferme scientifiche? Ancora insufficienti

Va detto che a oggi, l’unico studio citato (e condotto) dagli autori sull’efficacia della dieta è riportato nel loro libro. Per una settimana, i partecipanti oggetto dell’esperimento, hanno seguito la dieta e fatto esercizio fisico, perdendo i 3,2 kg di cui sopra, e in alcuni casi aumentando la massa muscolare. Come si evince, sono risultati non tanto sorprendenti visto il basso apporto calorico unito all’attività fisica, e su una durata di tempo davvero troppo breve per godere di una attendibilità scientifica.

Insomma, al momento mancano ancora evidenze sull’uomo sulla reale efficacia di questa dieta, specie a medio o lungo termine. Per dare un esempio: l’azione sulla longevità delle sirtuine è stata scoperta grazie all’incontro tra lievito e resveratrolo in laboratorio. E anche se comunque resta consigliabile il consumo abituale di alimenti antiossidanti come quelli della lista, non sappiamo quante siano le azioni svolte dalle sirtuine nell’organismo umano. Gli unici studi scientifici sui loro effetti benefici, come quelli dimagranti o antiage, sono stati condotti su animali da laboratorio (vermi, topi) e su linee di cellule umane.

Di conseguenza, non è noto se l'aumento dei livelli di sirtuine nell’uomo comporterà davvero una maggiore longevità o un metabolismo più efficiente.

Con il tempo si potrebbero anche scoprire effetti avversi ancora ignoti dall’iperstimolazione delle sirtuine. La nutrigenomica – ossia il rapporto tra geni, loro espressione, e alimentazione - è una disciplina relativamente recente e assai complessa.

Prendiamone il meglio ma non tutto

Come concludere? Che alla pari di tante altre diete di moda, forse conviene prenderne le cose migliori per costruirsi un’alimentazione sana e bilanciata – e scartare le altre che convincono di meno. Ad esempio i succhi, che possono essere sì considerati degli ottimi integratori naturali, presentano però il limite di eliminare le fibre, rendendo più disponibili gli zuccheri presenti e non aiutando il benessere della flora intestinale. Insomma, meglio  nutrirsi abitualmente degli alimenti integri, bucce e fibre comprese.

Riguardo al dimagrimento, sappiamo che la dieta dimagrante migliore è quella che ognuno sente più affine e più adatta al proprio corpo. Non esiste una ricetta valida per tutti, persino quando ha funzionato con una bravissima cantante come Adele…

 

Contenti per Adele magra ma cosa sapete della sua Sirtfood Diet? - Ultima modifica: 2020-05-07T09:15:25+02:00 da Barbara Asprea

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