Il cibo non è semplicemente un piacere: è nutrimento e vita per il nostro organismo. Ma possiamo allargare il campo: quando è sostenibile fa del bene in un senso più ampio, per la serie "il nostro corpo è un tempio, prendiamocene cura ma facciamo altrettanto con il Pianeta che ci ospita". Ed ecco scendere in campo il movimento delle B Corp, o B Corporation, un cluster di imprese protagoniste del cambiamento globale con l'obiettivo di rigenerare la società attraverso il business e creare un impatto sociale e ambientale positivo. Ma come si decide chi è B Corp e chi no?
Cosa sono le B Corp, in pratica
Le aziende certificate B Corp sono delle "for profit" e dunque a scopo di lucro (da non confondere con le "non profit") che rispettano una serie di standard molti alti in fatto di performance ambientale, economica e sociale. Tra questi ci sono, ad esempio, l'inclusione sociale delle persone svantaggiate, la formazione e la crescita personale dei dipendenti, l'utilizzo di energia rinnovabile per la produzione e la riduzione massima degli scarti alimentari. In Europa si contano più di 1000 B Corp, 120 della quali sono italiane. Più del 10% di queste operano nel settore alimentare e della ristorazione.
La certificazione avviene da parte dell'ente indipendente B Lab che analizza le performance delle aziende candidate. Questa certificazione non ha valenza di legge ma è vero che le B Corp sono invitate, per mantenere la certificazione, a trasformarsi in Società Benefit riconosciute dal nostro ordinamento giuridico con la Legge di Stabilità del 2015. E cosa sarebbero le Società Benefit? In sintesi, si tratta di società che "fanno business" con trasparenza e considerando il loro impatto verso tutti gli stakeholder e non solamente verso gli azionisti.
Le B Corp nel settore food: cosa cambia rispetto ai "bollini" che conosciamo
Biologico, biodinamico, senza glutine, kosher, halal, Dop, Igt, Igp, Docg, Doc ... quante certificazioni! Compaiono sempre più di frequente sulle confezioni dei prodotti, attraverso i simboli dedicati, e rappresentano la garanzia del rispetto di uno standard alimentare specifico. E la certificazione B Corp? Non appare sotto forma di simbolo sui prodotti dell'azienda che ha ricevuto l’attestato ma ne guida l'intera produzione. Potremmo parlare di una pratica di sostenibilità a tutto tondo che mira a ristabilire una connessione tra l'ambiente, l’alimentazione e il benessere umano operando in modo sostenibile, responsabile e trasparente.
Qualche esempio pratico: le B Corp Italiane del settore food & beverage
Si va dai brand più famosi, come Danone e Illycaffè, ad altri meno noti come Fratelli Carli (olio extravergine di oliva), Germinal Bio (alimenti bio e salutistici), Damiano (frutta secca e creme spalmabili) e Perlage Winery (vino biologico). Ma potete consultare l'intera lista - food e non food -. Oltre ad aziende produttrici di cibo e bevande destinati alla grande distribuzione spuntano catene di ristoranti come Miscusi, specializzato nella pasta "come a casa", e Panino Giusto, marchio ristorativo che propone il panino come espressione dell'Italianità.
Un approccio, quello delle B Corp che sembra avere molto a che fare anche con la felicità. La vicentina Pasticceria Filippi dichiara:"Ci sembra naturale che anche nel nostro lavoro di ogni giorno venga promossa la felicità delle persone che collaborano con noi, perché felici si lavora meglio e per ricordarci sempre che la felicità, la pace e l’armonia sono il cuore della nostra attività".
Ma anche un volano importante come afferma Germinal Bio: “Vogliamo essere un esempio virtuoso di fare impresa affinché le nostre azioni creino un impatto positivo sulle persone e sull’ecosistema, ma soprattutto ispirino un cambiamento. Abbiamo una responsabilità nei confronti del nostro pianeta e tutti insieme possiamo invertire la rotta”.
Insomma, non è greenwashing!