Riprendendo il precedente post che con mio grande piacere ha avuto una grande risonanza a conferma di quanto questi elementi sensoriali naturali hanno importanza e suscitano sempre un grande interesse in chi è sensibile alla buona e sana cucina torno a focalizzare l’attenzione su un erba aromatica specifica, il timo.
Il buono e glorioso timo ha in cucina una lunga carriera alle spalle dovuta essenzialmente allo splendido profumo che riesce a donare alle pietanze, un aroma pieno di sfumature e intensità diverse che cambiano a seconda della varietà utilizzata.
Ne è uno splendido esempio il timo limonato, uno dei miei preferiti, dove le fragranze tipiche della pianta si sposano alle delicate note di limone in sottofondo.
A livello botanico si tratta di un piccolo arbusto cespuglioso con fusto tozzo abbondante di rametti profumati, alto circa 30-35 cm che come avete visto nelle foto del precedente post può diventare anche una sorta di piccolo alberello bonsai!
Appartiene alla famiglia delle Labiate ed è presente in numerose tipologie in base a clima e posizione geografica praticamente in tutta Italia.
Le piccole foglie lineari-lanceolate sono leggermente pelose (ma questo aspetto dipende anche dalla varietà specifica) e di colore verde cenere con sfumature biancastre e alcune differenze cromatiche di vario tipo.
I fiori, invece, presentano tonalità che vanno dal bianco rosato al lillà, sono raggruppati in spighe e abbondano tra marzo e luglio.
L’aroma è molto forte, pungente e penetrante, di base ricorda vagamente il rosmarino ma poi assumere note diverse a seconda della tipologia usata.
Spesso abbinato solo alla carne il timo si rivela ottimo per accompagnare molte specie di pesci interi, curiose e stuzzicanti insalate, legumi e cereali lessati.
Come anche minestre, passati e zuppe di verdura, molti ortaggi estivi tra cui pomodori, zucchine, melanzane e peperoni, ottime frittate, marinate e salse.
Secco è sempre reperibile ma non sempre buono e valido tanto che in alcuni casi prevale un fastidioso sapore amaro, fresco si trova con una certa facilità e le sue qualità sono certamente superiori.
Per l’uso pratico a meno che non sia inserito intero in mazzetti guarniti o marinate si separano le piccole foglioline dai fusti dei rametti, si puliscono e si usano così come sono, solo raramente vengono tritate.
Come tutte le erbe aromatiche mediterranee il suo potere condente è alto, quando avete fretta lasciatelo semplicemente scaldare a bagnomaria con del buon olio d’oliva e avrete immediatamente con cosa condire pasta, cereali e verdure.
Foto © Chef Giuseppe Capano