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Una riflessione sull’uso dei formaggi in cucina e a tavola cercando di inquadrarne brevemente le peculiarità, i motivi e i modi di usarli al meglio, il non senso di condannarli a priori credendo ciecamente alle molte notizie false nei loro confronti!

I formaggi non sono certo tra i cibi da portare abbondantemente in tavola con grande frequenza, la loro prevalente quota di grassi non è infatti il massimo, sono però un utile elemento di complemento a preparazioni che con la loro calibrata presenza migliorano molto la bontà finale.

Per altro la loro intensità è spesso talmente alta che non serve aggiungere dosi di formaggio in quantità eccessive in un piatto, se pensiamo ad esempio alla spinta organolettica di un gorgonzola sciolto amalgamato in altri liquidi o composti morbidi afferriamo pienamente questa loro funzione.

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Che aggiungo può andare anche oltre, capita abbastanza ad esempio che la presenza di un formaggio in una ricetta riesca a concentrare elementi di salute in numero maggiore compensando molto bene il suo potenziale impatto nutrizionale.

Alla luce di questo e salvo fatti motivi di non tolleranza soggettiva, salute o scelte alimentari personali e ribadendo ancora una volta l’indicazione di non abusarne, perché mai privarci di un prodotto frutto delle notevoli capacità inventive e artigianali dell’uomo nel tempo?

Risultano quindi anacronistiche molte leggende moderne sul formaggio che cercano di mettere in cattiva luce il prodotto al di la dell’uso che ne viene fatto in cucina e a tavola.

Sono frutto di un epoca inondata da notizie del tutto inattendibili e false su cibi e alimenti un po’ di tutti i generi senza direi alcuna competenza reale, limite, confine e rispetto.

Paradossalmente spesso basterebbe consultare delle buoni fonti e documentarsi per capire la poco logicità di tante affermazioni, non necessariamente non vere, ma gonfiate magari a dismisura per enfatizzare in negativo caratteristiche specifiche, fatti circoscritti o singoli episodi isolati.

Alcune di queste sono a dir poco sorprendenti, leggere ad esempio che il Caprino Veronese, una specialità locale, contiene glutine e non è adatto ai celiaci fa abbastanza sorridere, come anche che il Pecorino Romano contiene lattosio quando di fatto è tra i formaggi che ne è naturalmente privo.

E collegandosi con il momento difficile che stiamo vivendo che dire di chi sostiene che si corrono rischi a consumare Grana Padano perché potrebbe contenere tracce di Covid-19 quando si sa bene che il processo di stagionatura in se inattiva la presenza di qualsiasi virus.

Potrei continuare a lungo tra formaggi che impediscono il sonno, altri considerati vere e proprie droghe alla pari dei normali stupefacenti, altri condannati come nemici delle ossa senza evidenti prove scientifiche in merito.

Il mio obiettivo però non è difendere una categoria alimentare che come ho già precisato pur essendo molto importante nelle preparazioni di cucina va sempre calibrata con cura all’interno della dieta quotidiana, quanto quello di spingere a riflettere sempre prima di dare per vere e reali le notizie che vengono lette dalle varie piattaforme.

A mio parere non ci sono cibi buoni e cattivi, ma solo buoni o cattivi utilizzi di questi alimenti in termini di quantità, frequenza d’uso, abbinamenti appropriati e così via!

Formaggi si o no in cucina e a tavola? - Ultima modifica: 2020-12-01T10:33:54+01:00 da Giuseppe Capano

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