Prima che saltassero alla cronaca per i cartoni di Braccio di Ferro, gli spinaci hanno viaggiato a lungo. Sì, perché gli spinaci non sono nati nelle nostre cucine moderne, ma molto più lontano, e la loro storia è lunga quanto la Via della Seta. Come la loro nomea, che li vede i protagonisti della tavola invernali per merito delle loro proprietà straordinarie e della loro versatilità che li rende adattabilissimi a numerose ricette.
Il lungo viaggio degli spinaci
La pianta Spinacia oleracea nasce in Persia, dove era coltivata già nel Medioevo. Da lì, attraverso gli scambi con il mondo arabo, arriva nel Mediterraneo: gli arabi la diffondono in Spagna intorno al X–XI secolo e i testi di botanica la citano come “la regina delle verdure”, ovvero una delle verdure più nobili. L’Europa li accolse rapidamente, e l’Italia fu tra le prime a coltivarli e usarli in modo estensivo.
In Italia compaiono ufficialmente tra Tarda Età Medievale e Rinascimento. Nel Cinquecento Caterina de’ Medici, grande estimatrice, li porta in semi con sé alla corte francese, dando origine al termine “à la florentine” per i piatti con spinaci. Da allora queste foglie verdi non hanno più smesso di accompagnare la cucina europea, presenti nelle zuppe dei monasteri come nei ricettari borghesi dell’Ottocento, fino ad arrivare alle nostre tavole contemporanee, divise tra tradizione e cucina naturale.
Proprietà e alchimie nutrienti degli spinaci
Dal punto di vista nutrizionale, gli spinaci sono un piccolo laboratorio naturale: ricchi di vitamina A, K e C, di antiossidanti come la luteina, di acido folico e di minerali come ferro, calcio e magnesio. Tuttavia, per dare il meglio di sé hanno bisogno di piccoli accorgimenti. Il ferro presente negli spinaci, per esempio, è di tipo non-eme, quindi meno facilmente assimilabile: ecco perché abbinarli a una fonte di vitamina C (come limone o agrumi aggiunti a crudo) aiuta a moltiplicarne la biodisponibilità.
Anche la gestione degli ossalati è importante: una breve sbollentata, seguita da una rapida passata in acqua fredda, permette di ridurli e rendere i minerali più disponibili. La luteina e la zeaxantina, preziose per la salute degli occhi, hanno invece bisogno di un veicolo grasso per essere assorbite: un buon olio extravergine aggiunto a fine cottura o una manciata di frutta secca diventano quindi alleati intelligenti. È una piccola scienza quotidiana: niente di complicato, solo qualche gesto che trasforma una foglia in una fonte di nutrimento davvero completa.
Gli spinaci in cucina tra mille ricette
Gli spinaci sono tra gli ingredienti più duttili e generosi della cucina vegetale. Nelle versioni più semplici diventano un contorno saltato con aglio e olio, una base per frittate, un ripieno per torte salate, ravioli o crespelle. Da crudi, soprattutto nella versione baby, arricchiscono insalate fresche e bowl di cereali, abbinandosi bene tanto alla frutta quanto ai latticini.
Le cucine moderne li hanno reinterpretati con leggerezza: smoothie verdi, hummus arricchiti di clorofilla, pesti alternativi, vellutate morbide con yogurt o latte vegetale, burger vegetali dal colore brillante. Ciò che li rende speciali, però, è la loro capacità di adattarsi: austeri e semplici quando servono comfort e tradizione, creativi e versatili quando si vuole sperimentare con consistenze e sapori diversi. Ecco 5 ricette da provare subito:




