Prevenire a tavola
Una ragione in più per salare di meno

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Chi pensa che solo gli ipertesi devono stare attenti al sale è meglio che cambi idea. Quando si esagera col sodio le arterie se ne accorgono, anche se la pressione sanguigna è normale. In sintesi ecco cosa è stato recentemente scoperto sul delicato rapporto tra sodio e salute cardiovascolare

Zucchero e sale. Bianchi e talmente simili nell’aspetto che possono confondersi (a chi non è mai capitato di sbagliarsi in cucina, tipo salando il caffè al mattino?) Ebbene, hanno anche un'altra cosa in comune: vanno consumati in piccole quantità. Ma se la dose consigliata degli zuccheri semplici (presenti anche negli alimenti) equivale al 10% del fabbisogno calorico di una persona, e quindi sono decine di grammi, quello del sodio è decisamente inferiore. Come raccomanda l’Organizzazione Mondiale della Sanità la dose massima di sale che dovremmo consumare durante il giorno equivale a 5 g (equivalenti a circa 2 g di sodio). Il problema è che ne assumiamo molto di più: secondo l’Istituto Superiore di Sanità un italiano in media introduce quotidianamente 10 grammi di sale, in totale fra quello normalmente contenuto negli alimenti e quello aggiunto.

Tuttavia il sodio ci è necessario per vivere: è importante per molte funzioni cellulari e insieme al cloruro è responsabile dell'osmolarità del liquido extracellulare. Inoltre è essenziale per l'eccitazione delle cellule nervose e muscolari, per l'equilibrio acido-base e per la secrezione di alcuni enzimi digestivi. Tuttavia il nostro organismo ha un fabbisogno di circa un grammo al giorno. Come è noto, l’eccesso di sodio è direttamente collegato all'ipertensione e, di conseguenza, a un aumentato rischio di andare incontro a problemi cardiovascolari, dall’aterosclerosi all’infarto e così via.

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Ma se fino a oggi l’indicazione di stare attenti col sale – sebbene rivolta a tutti -poteva risultare interessante per chi già combatte con la pressione alta, secondo uno studio svedese pubblicato qualche mese fa sull’European Heart Journal Open un’elevata assunzione di sale comincia a danneggiare le arterie anche quando, ahimè, si ha la pressione sanguigna normale.

La ricerca in breve

Gli autori dello studio, provenienti principalmente dal Karolinska Institutet di Stoccolma e dall’Università di Uppsala, hanno analizzato i dati di oltre 10mila individui di età compresa tra 50 e 64 anni (età media 58 anni, 52% donne) provenienti dallo Swedish Cardiopulmonary bioImage Study (SCAPIS, un importante studio di popolazione sulle malattie cardiovascolari e polmonari).

Se già in precedenti studi era stata messa in relazione l’assunzione di sale con l’ipertensione, a oggi non era stata ancora stata approfondita l’associazione tra sodio e aterosclerosi coronarica. Per colmare questa lacuna i ricercatori hanno valutato la condizione delle coronarie dei partecipanti, appurate tramite esami come l’angiografia con tomografia computerizzata coronarica (con la quale si ottengono immagini 3D delle arterie coronarie, utili per misurare il grado di calcificazione o di stenosi) e come l'ecografia delle arterie carotidi. Mettendo i risultati a confronto con l’assunzione di sodio dei partecipanti (per valutarla stata utilizzata l’escrezione di sodio stimata nelle 24 ore).

Più sale, più rischio

Alla fine del lavoro i ricercatori hanno scoperto che l’aumento del consumo di sale era collegato all’aumento dell’aterosclerosi in modo lineare sia nelle arterie coronarie che nelle carotidi. In particolare ogni aumento di un grammo nell'escrezione di sodio è stato associato ad un aumento del 9% della presenza di placca carotidea, a una presenza di calcio nell'arteria coronarica più elevato e a un aumento del 17% dell'incidenza di stenosi dell'arteria coronaria.

Il dato da evidenziare è che la ricerca ha mostrato un legame significativo tra l'assunzione di sale e il rischio di lesioni aterosclerotiche anche nei partecipanti che non hanno la pressione alta e malattie cardiovascolari note.

Insomma, l’eccesso di sale intacca le coronarie anche quando abbiamo la pressione normale. E proprio per questo ci siamo sempre sentiti al sicuro e abbiamo preso l’abitudine di generosamente i nostri piatti. Ma ora, se teniamo alla nostra salute, abbiamo una ragione in più per cambiare e abituarci a insaporire gli alimenti in altro modo, magari come viene suggerito in questo articolo dal titolo eloquente: “Invece del sale”.

Una ragione in più per salare di meno - Ultima modifica: 2023-11-06T07:30:51+01:00 da Barbara Asprea

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