Tè e cuore
Tè: una tazza in più al giorno, leva il cardiologo di torno?

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Consolazione dei pomeriggi casalinghi, secondo un articolo pubblicato su Advances in Nutrition, ogni tazza che beviamo in più dell’infuso più amato al mondo ridurrebbe il rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari

Ti va un tè? Nei lunghi pomeriggi casalinghi sorseggiare un tè, verde o nero che sia, è un momento piacevole per rilassarsi, farsi compagnia e staccare per qualche minuto dalle attività quotidiane.

Eppure solo una tazza al giorno, oltre a un effetto ricreativo e alle note proprietà toniche, possiede anche un effetto antiossidante dovuto alla grande quantità di flavonoidi. Ossia una grande famiglia di pigmenti vegetali, preziosi per ridurre lo stress ossidativo e i conseguenti processi infiammatori che coinvolgono anche cuore e vasi sanguigni. E da tempo la ricerca scientifica sta studiando l’effetto proprio dei polifenoli del tè e la salute cardiovascolare in genere, pressione sanguigna compresa.

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La ricerca in breve

Un team di studiosi di diverse università per lo più americane come la Tuft University di Boston, ha deciso di andare a fondo della questione analizzando i risultati di 39 studi osservazionali eseguiti fino al 2019 su oltre 1,8 milioni di uomini e donne: tutti bevitori di tè nero o verde. Pubblicando il loro lavoro su Advances in Nutrition di febbraio.

Leggendo l’articolo in questione, il dato che immediatamente salta agli occhi è l’effetto esercitato da una sola tazza, sebbene abbondante. Secondo i ricercatori, difatti, un aumento del consumo giornaliero di tè equivalente a circa 230 ml di tè nero o verde (contenente rispettivamente 280 mg e 338 mg di flavonoidi) era associato a: una diminuzione media del 2% in qualsiasi evento cardiovascolare; del 4% di morte dovuta a malattie cardiovascolari; una riduzione del rischio inferiore del 4% di ictus e un rischio inferiore dell'1,5% di morte da qualsiasi causa. Effetti che sono risultati ancora più evidenti nelle fasce più anziane delle popolazioni seguite nelle varie ricerche.

Secondo l'autore senior della ricerca, Taylor C. Wallace della George Mason University, i bevitori di tè consumano, in media, circa 20 volte più flavonoidi rispetto a coloro che non lo consumano. Tuttavia il suo collega Mei Chung, professore di sanità pubblica presso la Tufts University School of Medicine, nonché prima firma della ricerca, sottolinea però che negli studi osservazionali, come quelli esaminati dal team di ricercatori, è difficile valutare l'effetto specifico di un solo elemento: "È possibile che i bevitori di tè seguano anche uno stile di vita sano anche sotto altri aspetti", ha concluso. Nell’attesa di saperne di più – anche se tante conferme  dalla scienza ci sono già arrivate – il tè di questo pomeriggio mi sembrerà più buono del solito…

Tè: una tazza in più al giorno, leva il cardiologo di torno? - Ultima modifica: 2020-04-07T16:21:38+02:00 da Barbara Asprea

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