Piccole e salutari
Paura del colesterolo cattivo? Uno spuntino di mandorle può aiutare

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Se vi piacciono le mandorle, da oggi avete un motivo in più per sgranocchiarle, ancora meglio se al posto di altri snack meno sani. Il perché ce lo racconta uno studio appena pubblicato sul The American Journal of Clinical Nutrition che ha misurato gli effetti di questi preziosi semi sulla salute cardiovascolare

Quali sono i vostri spuntini preferiti? Se nell’elenco non avevate mai pensato alle mandorle, beh, magari sarebbe una buona cosa inserirle. Specialmente se risultate un po’ a rischio di malattie cardiovascolari e i valori del vostro colesterolo LDL - quello cosiddetto cattivo perché col tempo tende fastidiosamente a ostruire le arterie – sono più alti di quanto dovrebbero.

Lo studio, spiegato facile

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E sono proprio delle persone che presentavano un maggior rischio di sviluppare malattie cardiovascolari - tra i 30 e i 70 anni – a essere state testate dai ricercatori del King's College di Londra in questo interessante lavoro da poco pubblicato sul The American Journal of Clinical Nutrition. Ecco come si è proceduto. Per le prime due settimane tutti i partecipanti hanno consumato le loro merende abituali. Quindi sono stati divisi in due gruppi. Il primo ha incominciato ad assumere durante il giorno snack a base di mandorle intere, mentre il secondo gruppo (quello di controllo) ha continuato con i suoi spuntini abituali, sia dolci che salati. Riguardo agli apporti calorici, sia le mandorle, sia gli altri snack apportavano in totale il 20% del fabbisogno energetico quotidiano di una persona.

Faccio un esempio pratico. Se il mio fabbisogno è di 1800 calorie al giorno, il 20% energetico equivale a 360 calorie che, a sua volta, equivale a circa 60 g di mandorle. Va detto che in genere, in dietologia si consiglia che i due spuntini (metà mattina e metà pomeriggio), sommati apportino circa il 20% delle calorie. Quindi siamo di fronte a percentuali normalissime.

Cosa si è mosso e cosa no

Dunque, la sperimentazione per i due gruppi è continuata per 4 settimane. E alla fine sono stati misurati in tutti i partecipanti i vari marker che indicano la salute cardiovascolare. Alcuni si sono mossi in senso positivo mentre altri sono rimasti uguali. Nessuna variazione significativa è stata osservata, infatti, per colesterolo HDL (quello “buono”), fegato grasso, livelli di glicemia o insulina, per citarne alcuni.

Riguardo, invece, agli effetti salutari, il consumo di mandorle ha mostrato un miglioramento della funzione endoteliale, ossia la parete interna dei vasi sanguigni. Un dato importante perché secondo gli studiosi la condizione dell’endotelio è un fattore chiave nell'inizio, nella progressione e nella manifestazione della malattia dell'aterosclerosi. Ossia la formazione nelle arterie degli ateromi, gli accumuli di grasso e colesterolo di cui sopra. Un altro risultato rilevante riguarda, in effetti, proprio il colesterolo cattivo, che è calato. Ciò può essere dovuto a due fattori principali. Il primo è un merito pieno delle mandorle: ottima fonte di sostanze note per il loro effetto ipocolesterolemizzante, ossia i grassi insaturi, i fitosteroli e le fibre.
Il secondo va ascritto probabilmente al cessato consumo – a favore delle mandorle – di snack molto poco salutari e ricchi di grassi, più abitualmente consumati dai partecipanti. Infine, come dato generale, secondo gli autori dello studio il gruppo delle mandorle alla fine ha avuto una riduzione del rischio cardiovascolare pari al 32%.

Paura del colesterolo cattivo? Uno spuntino di mandorle può aiutare - Ultima modifica: 2020-06-08T18:38:16+02:00 da Barbara Asprea

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