Novità dalla ricerca
Dieta intermittente vs ipocalorica: chi vince?

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Un nuovo lavoro USA ha messo a confronto questi due approcci dietetici in gruppi di volontari con obesità. Ecco cosa è stato scoperto dopo un anno dall’inizio del test

Certamente la dieta del digiuno intermittente ha tantissimi sostenitori e si può affermare che, sotto le sue varie forme, sia diventata la dieta più di moda in questi anni. Anche in contrapposizione con le classiche diete ipocaloriche, ritenute più difficili da seguire, specie per lunghi periodi. Più che ovvio, allora, che la ricerca scientifica stia approfondendo la validità di entrambi gli approcci, come in questo nuovo lavoro pubblicato su Annals of Internal Medicine e che ha coinvolto solo persone obese.

La ricerca, in breve

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Un’equipe di ricercatori dell'Università dell'Illinois Chicago, per il loro studio clinico controllato e randomizzato, ha reclutato 90 adulti con obesità, dei quali ben 77 hanno concluso la sperimentazione della durata di un anno.

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a tre gruppi diversi. Il primo gruppo doveva seguire l’approccio del digiuno intermittente. Senza limitazioni caloriche, doveva consumare i pasti all’interno di una finestra alimentare di 8 ore, che andava dalle 12 fino alle 20 di sera. Ovviamente fuori da questo arco di tempo era possibile bere acqua e altre bevande acaloriche. Il secondo gruppo doveva seguire una dieta leggermemte ipocalorica, con una restrizione del 25 per cento delle calorie giornaliere. Il terzo gruppo, quello cosiddetto di controllo, non doveva cambiare alimentazione od orari, potendo mangiare per un periodo di 10 o più ore al giorno. Va anche detto che i primi due gruppi per sei mesi (fase della perdita di peso) si sono incontrati ogni una-due settimane con dietisti, e poi mensilmente nei successivi 6 e 12 mesi (fase di mantenimento). Infine, a tutti i gruppi è stato chiesto di non modificare il livello abituale di attività fisica.

Che risultati?

Rispetto a quello di controllo, il primo gruppo, grazie al digiuno intermittente ha ingerito in media 425 calorie in meno ogni giorno, con un dimagramento equivalente a 4,61 kg dopo 12 mesi. Il secondo gruppo della dieta ha ridotto il suo introito energetico di circa 405 chilocalorie ogni giorno: la sua perdita di peso, dopo 12 mesi, è stata di 5,42 kg di peso (sempre rispetto al controllo).

Quindi, in termini di dimagrimento i due approcci dietetici si sono rilevati quasi sovrapponibili: la differenza di circa 800 g è davvero minima, specie se si pensa che si tratta di persone oversize.

Che conclusioni?

Che non ci sono vincitori e che la dieta migliore è sempre quella tagliata su misura, che rispetta al meglio le esigenze di chi ha bisogno di seguirla. Dall’analisi dei risultati, appare evidentemente che, specie in caso di obesità come nello studio in questione, la scelta tra i due approcci, più che dai risultati deve essere dettata dalle caratteristiche personali e di vita di ogni persona. A partire dal carattere e dallo stato di salute, ma anche dalla sua condotta alimentare e dal livello di educazione alimentare. Insomma, scelte che andranno fatte insieme allo specialista, che sarà in grado di guidare in quel lungo e difficile percorso che parte dall’obesità e dovrebbe arrivare, finalmente, al raggiungimento di un peso non più rischioso per la salute.

 

Dieta intermittente vs ipocalorica: chi vince? - Ultima modifica: 2023-09-18T08:02:02+02:00 da Barbara Asprea

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