Diete e dintorni
Come mangi? Te lo dicono i tuoi capelli

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Forse diventerà un esame di routine nel futuro ma per ora è più una curiosità. In un recentissimo studio un team di ricercatori USA attraverso l’analisi dei capelli è riuscito a risalire alle abitudini alimentari dei loro proprietari, con un occhio particolare alla provenienza delle proteine. Capiamone qualcosa di più

Valutare la qualità delle abitudini alimentari – e non solo dei singoli ma anche delle comunità - attraverso un esame dei capelli. Un possibile scenario prospettato da questo recente studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences e condotto da un team di ricercatori dell'Università dello Utah.

"Tutte informazioni che possono essere utilizzate per quantificare le tendenze alimentari scoprendo informazioni che i sondaggi non riescono a rilevare", precisa il professor James Ehleringer, autore dello studio. "Vorremmo vedere la comunità sanitaria iniziare a valutare i modelli dietetici utilizzando indagini sugli isotopi dei capelli, in particolare tra i diversi gruppi economici negli Stati Uniti".

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Gli atomi delle proteine

La parola chiave è isotopi, ossia gli atomi il cui nucleo contiene lo stesso numero di protoni. Già a partire dagli anni '90, Ehleringer ed altri studiosi hanno iniziato a esaminare i modi in cui le tracce della dieta potevano manifestarsi nei capelli. In effetti, via via che la digestione scompone gli aminoacidi che formano le proteine, i loro isotopi, come quelli del carbonio e dell’azoto, si distribuiscono in tutte le parti del corpo, chioma compresa. (Per info: lo stesso discorso della tracciabilità degli aminoacidi vale anche per l’acqua, come provato in precedenti studi, sempre di Ehleringer.)

Il nuovo studio, spiegato facile

Per iniziare, i ricercatori sono andati alla ricerca di campioni di capelli, raccogliendoli nei negozi di parrucchieri e barbieri in 65 città degli Stati Uniti. I campioni venivano poi catalogati ma senza tenere conto di età, sesso, reddito o stato di salute dei loro proprietari, che diventavano così invisibili. Alla fine sono stati utilizzati i capelli di quasi 700 persone.

I ricercatori hanno cercato di individuare le fonti proteiche principali degli ex possessori dei capelli: per capire meglio i risultati è necessaria una piccola premessa tecnica. Riguardo alle fonti animali come la carne, va detto che il bestiame negli USA viene alimentato molto con il mais che, quindi, viene incorporato nei tessuti. Il mais fa parte di un gruppo di piante chiamate piante C4, che includono anche la canna da zucchero, con una fotosintesi diversa rispetto alle piante C3, un gruppo che comprende i legumi e le verdure. Di conseguenza, i mangiatori di carne nutrita col mais hanno nei capelli più isotopi più simili al mais. Se, invece, le proteine ​​provengono principalmente da fonti vegetali o da animali che hanno mangiato piante C3, i capelli avranno una firma isotopica più simile alle piante C3.

I risultati principali

Con l’analisi dei capelli, oltre alle zone di provenienza, gli studiosi hanno scoperto che i maggiori consumatori di carne “al mais” avevano una condizione socio-economica bassa (ed è noto che il consumo di carne rossa venga associato a un'alimentazione poco sana).  Inoltre,  i rapporti isotopici sono state anche correlati con i tassi di obesità.

Secondo gli autori dello studio, l’analisi dei capelli traccia potenziali connessioni tra dieta, status economico e salute, diventando uno strumento per valutare i rischi per lo stato di salute di una comunità.
"Questa metodica non è influenzata da ricordi personali oppure errati del singolo che si rifletterebbero sulla validità delle indagini dietetiche", conclude Ehleringer, “e può essere utilizzata per comprendere le scelte dietetiche tra diversi gruppi di età oppure di differente condizione sociale”.

Come mangi? Te lo dicono i tuoi capelli - Ultima modifica: 2020-08-29T09:25:42+02:00 da Barbara Asprea

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