A tavola con il diabete
Una colazione low carb aiuta a controllare meglio diabete e glicemia

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Un breakfast al giorno - basso di carboidrati - leva il diabetologo di torno? Ovviamente no, tuttavia i risultati di un recente studio canadese aprono interessanti prospettive sulla dieta per il diabete di tipo 2 e che riguarda la composizione nutrizionale della prima colazione

Secondo stime dell'Organizzazione mondiale della sanità, sono circa 422 milioni le persone nel mondo che hanno il diabete. E di queste, il 90-95% hanno il tipo 2, che a differenza del tipo 1, grazie a un cambiamento dello stile di vita e dell’alimentazione può anche essere prevenuto o tenuto molto bene sotto controllo, allontanando così il rischio di complicanze a medio-lungo termine collegate all’iperglicemia.

Non c’è da stupirsi, perciò, che da anni la ricerca scientifica stia valutando quali approcci dietetici siano più efficaci per prevenire o gestire sia il diabete che la glicemia alta. Tanto per fare un esempio, basta ricordare l’introduzione dell’Indice glicemico (IG) che nei decenni scorsi ha rivoluzionato alcuni concetti di base relativi all'effetto dei carboidrati sull'organismo (sul sito potete trovare questo episodio del podcast che si occupa dell’argomento e tanti articoli).

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Arrivando in tempi più recenti, vari studi stanno testando la validità di un’alimentazione con un tenore più basso di carboidrati rispetto a quanto stabilito dalle linee di sana alimentazione. Uno stile che negli USA è noto come "low carb diet", molto in voga per dimagrire ma che non ha delle regole di base stabilite, ad esempio la percentuale di carboidrati può variare e anche il tipo di alimenti grassi e proteici possono essere notevolmente diversi. Diciamo che è un ombrello sotto al quale si riparano tanti schemi dietetici con in comune la riduzione degli zuccheri semplici e complessi.

Low carb diet

Già pochi mesi fa in questo post avevamo parlato di una ricerca pubblicata su JAMA Network Open e che aveva testato direttamente sulle persone l’efficacia delle low carb sul controllo della glicemia. In particolare, l’obiettivo era quello di capire se questo approccio dietetico da solo dopo sei mesi fosse in grado di ridurre i valori ematici dell’emoglobina glicata (HbA1c) che rappresenta la concentrazione media della glicemia negli ultimi 3-4 mesi. E se i risultati qu questo valore erano stati positivi, a distanza di un anno di trattamento cominciavano a mostrarsi alcuni effetti poco positivi, a partire dalla scarsa soddisfazione alimentare data da questa dieta ma anche a livello di efficacia, di sicurezza e di livelli di grassi nel sangue. Tutte conseguenze collegate al fatto che si tratta comunque di una dieta sbilanciata (più o meno, va detto) e che alle lunghe risulta poco appetibile.

Il nuovo studio, in breve

E proprio la difficoltà di seguire per tempi lunghi un regime low carb – insieme agli altri effetti collaterali non positivi – è stato preso in considerazione da questa interessante ricerca canadese dell'Università della British Columbia, appena pubblicata sul The American Journal of Clinical Nutrition. L’attenzione è stata concentrata solo su un pasto della giornata, che, come è già emerso in questi anni, è in grado di influenzare la regolazione della glicemia durante giornata, ossia la prima colazione.

Lo studio ha avuto una durata di 12 settimane e ha coinvolto 121 partecipanti con diabete di tipo 2 divisi in due gruppi. Al primo è stato chiesto di mangiare una serie di colazioni a basso contenuto di carboidrati contenenti circa 8 g di carboidrati (per dare un’idea, equivalenti a circa 15 g di pane integrale), 25 g di proteine e 37 g di grassi, mentre al secondo gruppo sono state previste varie opzioni ispirate alle colazioni più classiche (come quelle della dieta mediterranea) con un basso contenuto di grassi, un alto contenuto di carboidrati (circa 56 g), 20 g di proteine e 15 g di grassi. Da segnalare che tutte le colazioni proposte per entrambi i gruppi fornivano un apporto energetico di 450 calorie.

Durante la sperimentazione, tutti i partecipanti indossavano un dispositivo di monitoraggio continuo dei livelli di glucosio nel sangue. E poi, sia prima che dopo sono stati misurati valori come l’emoglobina glicata, per valutare i livelli medi di zuccheri nel sangue, e poi peso, circonferenza della vita, senso di sazietà, energia e livelli di attività.

I risultati più importanti

Allora, rispetto al peso o alla circonferenza della vita (legata al grasso addominale) non ci sono state differenze tra i due gruppi. Al contrario, il gruppo delle colazioni low carb ha mostrato una riduzione dei livelli di glicemia, tanto che alcuni soggetti hanno dovuto ridurre la terapia farmacologica ipoglicemizzante. Anche i saliscendi della glicemia, contraddistinti da picchi e poi rapidi cali, sono stati significativamente inferiori, suggerendo così che i benefici di una colazione a basso contenuto di carboidrati possano mantenersi per tutto il giorno. Rinforza ulteriormente questa ipotesi il fatto che i partecipanti del gruppo low carb abbiano riferito di avere naturalmente consumato meno carboidrati e calorie anche negli altri pasti della giornata.

"Ovviamente non stiamo parlando di una revisione completa della dieta per diabetici", afferma Barbara F. Oliveira, tra gli autori principali dello studio nel report rilasciato dall’Università sulla ricerca. "Una delle tante complicazioni per le persone che vivono con il diabete di tipo 2 è il rapido o elevato aumento dei livelli di glucosio nel sangue dopo un pasto. La nostra ricerca indica che una colazione a basso contenuto di carboidrati, come primo pasto del mattino, sembra aiutare a controllare la glicemia durante il giorno".

Un solo pasto può essere la chiave

"Consumare meno carboidrati a colazione non solo si allinea meglio con il modo in cui le persone gestiscono i livelli di glucosio durante il giorno, ma ha anche un incredibile potenziale per le persone diabetiche che lottano con i loro livelli di glicemia al mattino", aggiunge la studiosa. "Apportando un piccolo aggiustamento al contenuto di carboidrati di un singolo pasto piuttosto che dell'intera dieta, abbiamo il potenziale per aumentare significativamente l'aderenza pur ottenendo benefici significativi".

Ovviamente, seppure molto promettente, bisogna ricordare che si tratta di una sola ricerca e che, se si ha il diebete di tipo 2, prima di cambiare le personali indicazioni dietetiche bisogna sempre parlarne col diabetologo. Perché siamo tutti diversi e ciascuno di noi ha bisogno di un approccio personalizzato. Ancora di più se c'è il diabete come (indesiderato) compagno di vita.

Una colazione low carb aiuta a controllare meglio diabete e glicemia - Ultima modifica: 2023-06-09T14:23:38+02:00 da Barbara Asprea

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