Nonostante il nome si rifaccia all’antico mestiere dei carbonai, che in Appennino passavano lunghi periodi a fare il carbone di legna negli onnipresenti boschi di faggi, la ricetta della pasta alla carbonara ha pochi decenni di vita e non pare aver avuto origine dalle abitudini alimentari di quegli uomini solitari, anche se di pasta, cacio, uova e guanciale probabilmente si cibavano, essendo ingredienti facilmente conservabili e adatti agli accampamenti e alle lunghe trasferte.
Quando è nata allora la pasta alla carbonara?
Né Pellegrino Artusi (La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene) né Ada Boni (Il Talismano delle felicità), che scrivono i loro ricettari, il primo alla fine dell’Ottocento e la seconda negli anni trenta del Novecento, citano la pasta alla carbonara, che troviamo invece fedelmente riportata nel Cucchiaio d’argento, la cui prima edizione è del 1950. Possiamo perciò collocare la nascita di questo piatto così famoso negli anni quaranta, ma in quale occasione e dove? Tra gli eventi che hanno maggiormente segnato quel decennio, la Seconda guerra mondiale è senza dubbio il più rilevante e la lunga permanenza dell’esercito alleato sull’Appennino potrebbe essere quindi all’origine di questo piatto.
L’ipotesi è la seguente: la carbonara è di certo parente della “pasta cacio e ova” (ovvero formaggio e uova) tipica della montagna abruzzese e laziale, ma l’aggiunta della pancetta, o meglio del guanciale saltato in padella, sarebbe stata invece l’invenzione di qualche giovane cuoco americano.
Vi proponiamo 3 versioni vegetariane di pasta alla carbonara, buonissime e semplici da preparare, ricche di ortaggi freschi e aromi primaverili.