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Pranzo (insolito) in rifugio

pranzo rifugio
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Il rifugio Serot è il punto di partenza per gli amanti delle camminate in montagna e il punto di arrivo per i cultori della cucina naturale. O la combinazione perfetta di entrambi gli interessi

“Una cucina da rifugio fatta con amore”. È la descrizione che dei piatti della baita Serot sopra Roncegno Terme (TN) ne dà Aronne, di cui da 4 anni conduce la struttura e la cucina. Ed è esattamente quello che troverete sedendovi a tavola davanti a uno scenario da cartolina in estate e fra calde pareti di larice dall’autunno in poi.
Le mise en place non sono propriamente quelle tipiche da rifugio: l’attenzione all’estetica è una delle caratteristiche che distinguono questo posto. Niente di eccessivamente ricercato, ma un’accuratezza sobria che coglie nel segno e obbliga a tornare.

“Alla fine basta poco: gli ingredienti sono sempre gli stessi, ma bisogna trattarli bene. Noi lo facciamo con passione perché - se fosse solo un lavoro – faremmo altro”. Aronne, 26 anni, spiega con questa naturalezza il “segreto” della cucina del rifugio che, nei numeri, é composto da 120 coperti e 10 camere: 5 doppie e 5 quadruple ognuna col suo bagno privato e molte con terrazzino.

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È aperto tutti i giorni da giugno a settembre e dopo solo nei weekend; “grazie a una strada facilmente accessibile la gente sale anche in inverno solo per venire a mangiare o per scappare dallo stress cittadino”.
Le recensioni su internet sono entusiaste ma Aronne non le guarda: “Per noi l’attestato migliore è veder tornare i nostri ospiti. In certi casi, anzi, tanti feedback positivi sono quasi controproducenti e inducono molti ad aspettarsi un albergo. Ci teniamo al ristorante, ma siamo pur sempre un rifugio di montagna e cerchiamo di mantenere questa identità”.

Ed è questo che troverete al Serot, una bella baita, accogliente e calda, ma soprattutto una cucina fantasiosa, naturale e in molti piatti a “metro zero”. Il risotto alle erbe selvatiche con ortica e spinacetto raccolti nel campo appena fuori dalla porta d’entrata, a oltre 1600 metri d’altezza, è un esempio. Il verde brillante gli è dato da una selezione oltre di 30 erbe aromatiche fra cui spiccano i fiori di elicriso calendula e foglie di fragolina selvatica.

“Non sono solo belli, ma danno un senso al piatto. È una signora del posto a fornirceli; ogni tanto viene su e ‘paga’ il suo pranzo con i fiori essicati”.
Altro primo immancabile in un rifugio trentino è la pasta con i finferli.
Quella del Serot è trafilata al bronzo con semola senza diserbanti che il proprietario del rifugio produce nella sua azienda agricola in Sicilia.
I funghi sono del posto e fino all’anno scorso le uova erano delle galline del pollaio antistante fino a quando, d’inverno, una volpe ha avuto la meglio.
“Sono solo tre gli ingredienti, ma devono essere buoni e possibilmente di nostra produzione.

Il nostro intento è avvicinarci sempre di più a una cucina vegetariana che segua la stagionalità delle verdure coltivate da noi”, spiega Aronne.
Per questo, come in ogni rifugio trentino che si rispetti, non mancano i canederli e il classico piatto di polenta taragna proposto con vari abbinamenti, ma qui si potrà trovare anche il flan di zucchine in estate e di zucca in inverno. È insaporito da una fonduta di formaggi delle malghe del territorio e fiori essicati al sole che, come in una storia inventata per dare colore, una signora del posto baratta in cambio di un pranzo.

Per informazioni

Rifugio Serot

Località Serot, 38050 Roncegno TN
Telefono 349 6011481

Pranzo (insolito) in rifugio - Ultima modifica: 2021-09-22T09:00:25+02:00 da Sabina Tavolieri

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