Più aflatossine nelle farine biologiche? E’ una frottola! Risponde Roberto Pinton di Assobio: ecco i dati e i documenti


Nel 2018 il RASFF, sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi, ha registrato 3.618 allerta, 635 di questi per aflatossine (o micotossine). Di questi 635 allerta, 11 (cioè l’1,7%) hanno riguardato prodotti biologici: l’altro 98,3% ha riguardato prodotti non biologici

Acquisto spesso prodotti biologici. Ho però scoperto di recente che – scrive una lettrice a Il Fatto Alimentare - alle farine biologiche viene consentito per legge un livello di aflatossine molto superiore rispetto alle farine non bio. Questo perché è impossibile ridurlo. Le spore non si possono evitare e senza fungicidi ecc. si moltiplicano a dismisura. Resterebbe da capire se siano più cancerogene le aflatossine o i pesticidi. C’è chi dice le prime… Marina

Ecco la risposta di Roberto Pinton, segretario di AssoBio

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Non so dove la lettrice abbia scoperto di recente che sulle farine biologiche sarebbe consentito un tenore di aflatossine molto superiore rispetto alle farine non bio. Si tratta, semplicemente, di una frottola: non c’è nessuna norma del genere. Con il disegno di legge in materia di agricoltura biologica già approvato a larga maggioranza alla Camera e ora in discussione al Senato, di recente si sono moltiplicate le affermazioni infondate del solito manipolo di chi vede l’agroecologia come fumo negli occhi, tese a screditare le produzioni biologiche; questa sulle micotossine si inquadra perfettamente nel quadro della disinformazione.

Come ben sanno i lettori de Il Fatto Alimentare, in Europa godiamo del sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF), che consente di notificare in tempo reale i rischi diretti e indiretti per la salute pubblica connessi ad alimenti, mangimi e materiali a contatto con gli alimenti e quindi di adottare tempestivamente le opportune misure di salvaguardia.

Nel 2018 il RASFF ha registrato 3.618 allerta, 635 di questi per aflatossine (o micotossine).
Di questi 635 allerta, 11 (cioè l’1,7%) hanno riguardato prodotti biologici: l’altro 98,3% ha riguardato prodotti non biologici.

Delle 11 notifiche sui prodotti biologici su 635 allerta:
1 ha riguardato segale dalla Polonia (caso segnalato dalla Germania)
1 ha riguardato farina di grano saraceno prodotta in Italia (caso segnalato dalla Finlandia)
1 ha riguardato farina di avena dalla Repubblica ceca (caso segnalato dalla Germania)
3 hanno riguardato fichi secchi dalla Turchia (presumibilmente sempre gli stessi) (caso segnalato da Olanda e Slovenia); sui fichi secchi convenzionali gli allerta per micotossine sono stati 49
1 ha riguardato uvetta sultanina dalla Turchia (caso segnalato da Francia) sull’uvetta convenzionale gli allerta per micotossine sono stati 32
1 ha riguardato peperoni rossi in polvere dalla Spagna (caso segnalato da Francia)
2 hanno riguardato granella di nocciole dalla Turchia (presumibilmente sempre gli stessi) (caso segnalato da Italia e Olanda) sulle granelle di nocciole convenzionali gli allerta per micotossine sono stati 23
1 ha riguardato semi di chia di produzione Germania (caso segnalato dalla Germania).

Al netto della frutta secca (la “bestia” più brutta per le micotossine, basta pensare che ben 146 segnalazioni hanno riguardato le arachidi, nessuna delle quali, peraltro, di produzione biologica), e concentrandosi sui cereali, le allerta hanno riguardato 1 partita di segale polacca, 1 partita di grano saraceno italiano, 1 partita di avena ceca.

Quindi, non solo non c’è nessuna norma che consenta di commercializzare prodotti biologici con contenuti di micotossine più elevati che nei prodotti convenzionali, ma anche, nella realtà del commercio, i prodotti biologici con livelli di micotossine superiori ai valori di sicurezza costituiscono un fenomeno rarissimo e del tutto eccezionale: spero appaia evidente che, a fronte di 3 segnalazioni di non conformità su un campione di segale, un campione di grano saraceno e un campione di avena, chi sostenga che l’Europa è invasa da cereali biologici alle micotossine è privo di ogni  informazione (o, come di recente accade, diffonde in mala fede frottole che rischiano di trarre in inganno consumatori in buona fede come la lettrice).

C’è di più: al di là di quanto emerge incontrovertibilmente dagli allerta RASFF, la ricerca scientifica è unanime nel riconoscere che nei prodotti biologici la presenza di micotossine è regolarmente inferiore a quella che si riscontra nei prodotti convenzionali.

Se la lettrice ha piacere di approfondire la questione, le segnalo alcuni link (ma online troverà un’abbondanza di pubblicazioni scientifiche che giungono alle stesse pacifiche conclusioni). Vedi articolo completo

Più aflatossine nelle farine biologiche? E’ una frottola! Risponde Roberto Pinton di Assobio: ecco i dati e i documenti - Ultima modifica: 2019-03-27T09:00:16+01:00 da Franco Travaglini

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