Uno studio condotto in Giappone con dati sugli ultimi quaranta anni mette in evidenza le conseguenze della primavera anticipata: frutti meno croccanti e più dolci
In un articolo pubblicato a luglio su questa pagina parlavamo dei problemi creati dai cambiamenti climatici alla coltivazione della vite e dell’ulivo. Ora – come riferisce una nota dell’agenzia Ansa – secondo uno studio della National Agriculture and Food Research Organization di Tsukuba, in Giappone, pubblicato da Scientific Reports, anche le mele starebbero subendo le conseguenze dei cambiamenti climatici. Negli ultimi 40 anni, infatti, i frutti sarebbero diventati meno croccanti e più dolci.
I ricercatori si sono concentrati su due tipi di mele, la Fuji, attualmente la più coltivata al mondo, e la Tsugaru, che fiorisce due mesi prima rispetto all'altra, coltivate nelle prefetture di Nagano e Aomori, raccogliendo i dati degli ultimi 40 anni. La durezza e l'acidità delle mele sono risultate molto diminuite nel tempo, di valori tra il 6 e il 30% a seconda del tipo di mela, mentre la dolcezza è risultata aumentata di circa il 10%.
“I consumatori probabilmente non se ne sono accorti - scrivono gli autori - perché il cambiamento è avvenuto gradualmente, ma se potessero mangiare una mela di 30 anni fa e una di adesso la differenza la percepirebbero”.
A causare i cambiamenti, spiegano gli autori, è la fioritura anticipata provocata dalle temperature più alte.