Della pectina ne avevo già parlato in un post oltre tre anni fa spiegando e illustrando una serie di elementi molto interessanti su questa sostanza solo in apparenza misteriosa e “strana”.
Ho sentito il bisogno di riparlarne per via della richiesta di una serie di amici alle prese con la preparazione di alcune marmellate grazie la felice coincidenza di una produzione di frutta propria dell’orto particolarmente abbondante e generosa.
E in un anno così difficile e complicato come quello che stiamo vivendo notizie di questo tipo rincuorano l’anima per la disponibilità della natura nel venirci incontro malgrado spesso non la trattiamo certo con giudizio, una disponibilità di frutti buoni che va assolutamente assecondata andando oltre il pur ottimo consumo immediato!
Le esigenze in questo caso sono fondamentalmente due, ma entrambe di grande importanza; rispettare la bontà e le prerogative iniziali dei frutti raccolti cercando di preservarne per quanto possibile i preziosi nutrienti e allo stesso tempo non caricare di eccessivi zuccheri esterni le conserve che si vanno a realizzare.
Ebbene la pectina li risolve entrambi in maniera splendida, primo riducendo fortemente i tempi di cottura (in alcuni casi parliamo di oltre il 90%), in secondo luogo richiedendo un quantitativo di zucchero fortemente ridotto.
Per inciso ricordo che la pectina è una sostanza del tutto naturale, per la precisione è una particolare fibra gelificante contenuta nei vegetali che decresce con l’avanzare della maturazione naturale, la frutta ne è particolarmente ricca, ma in proporzioni diverse a seconda della specie tanto da classificarla in base a precisi parametri.
Quindi ne troviamo in relativa abbondanza nella frutta, in particolare in quella meno matura, ma dove la pectina abbonda in maniera particolarmente ricca è nell’albedo, la parte bianca (di cui personalmente sono molto goloso) che si interpone tra la buccia e la polpa degli agrumi.
Ora da diversi anni abbiamo la grande fortuna che l'industria alimentare ha messo a disposizione di tutti la pectina sotto forma di pratica polvere bianca da aggiungere con estrema facilità ai composti in cottura.
Ripeto visto che spesso leggo ridicoli allarmismi sulla pectina che stiamo parlando di una sostanza del tutto naturale che per altro ha anche numerose proprietà benefiche a livello di salute.
Ad esempio favorisce la funzionalità intestinale predisponendo il terreno per la proliferazione dei batteri buoni e l’eliminazione di quelli nocivi, riduce la concentrazione del colesterolo LDL aumentando quello HDL, aiuta nel controllo dei livelli glicemici e molto altro.
Quindi nel momento in cui ci prestiamo a preparare una marmellata o un altra conserva dolce l’aggiunta di pectina è da consigliare vivamente e senza riserve, ne trovate uno splendido e profumato esempio in questa Confettura di fragole e miele alla lavanda.
Mentre se volete approfondire meglio tutti gli aspetti tecnici dell’uso della pectina vi rimando al mio articolo precedente che trovate qui!