L’olio extravergine d’oliva svolge un ruolo determinante nella preparazione di una ricetta di cucina, indifferentemente se consumato solo a crudo come ancora si crede sia necessario fare obbligatoriamente, sia se utilizzato nelle normali procedure di cottura.
E questo senza alcun problema se si seguono elementari regole che vedono un controllo ottimale delle temperature e un esposizione mirata all’aria e alla luce che parte soprattutto dal modo di conservare questa importante materia prima derivata dalle olive.
Un succo di frutta come spesso si dice che porta immensi benefici all’organismo e una estesa fila di aromi, profumi e sapori che sanno già da soli essere sufficienti nel valorizzare al meglio un cibo preparato in maniera semplice e facile.
Il tema della conservazione è assai delicato perché un gestione errata rischia di compromettere le qualità iniziali dell’olio extravergine d’oliva.
Qui vengono in aiuto i produttori, spesso piccoli e appassionati, più seri e affidabili che si affidano a contenitori ottimizzati al meglio.
La classica bottiglia di vetro molto scuro essenziale per non far passare luce o ancora meglio i contenitori in metallo non necessariamente a forma della classica bottiglia, ma ugualmente funzionali e pratici.
A noi consumatori spetta poi solo il semplice impegno di non maltrattare questo pregiato olio extravergine d’oliva esponendolo a fonti di calore o sbalzi di temperatura inappropriati.
Il luogo migliore di stoccaggio è una cantina fresca che non diventi troppo fredda d'inverno e mantenga d’estate un clima mite e costante, mentre se messo in cucina per il consumo quotidiano evitiamo di tenere il contenitore dell’olio vicino a fornelli o forno.
E come si può intuire non teniamo neanche scorte esagerate di bottiglie o altro in cucina, anche se un po’ più faticoso andiamole a prendere nell’ambiente ottimale dove le abbiamo lasciate come ad esempio la citata cantina.
Spiazza invece abbastanza vedere in vendita derrate di olio in bottiglia trasparente di Pet esposte del tutto all’azione della luce e a contatto con un materiale meno efficiente e resistente di vetro o latta.
Il dubbio lecito è se in queste condizioni la data di scadenza possa essere equiparata a quella dell’olio confezionato in materiali più protettivi visto che non sembra esserci alcuna variazione o prudenza in questo senso da parte dei produttori che scelgono il polimero di Pet.
Inoltre come ha fatto rilevare una ricerca dell’Università di Atene pubblicato sulla rivista scientifica Food Packaging and Shelf Life la convivenza tra olio e polimero altera in negativo le prestazioni di questo materiale, la permeabilità all’ossigeno aumenta mentre si riduce la conservazione ottimale dell’olio.
Ossidazione e irrancidimento sono quindi più probabili e possibili, per questo andrebbe forse rivista la durabilità dell’olio così confezionato.
Nell’incertezza consiglio vivamente di acquistare oli di qualità ben confezionati, il costo rimane un falso problema se si pensa che di un olio di alto pregio bastano poche gocce per condire un piatto o una combinazione di ingredienti e la qualità finale, sia di salute che di gusto, è impareggiabile.