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La piacevolissima scoperta di alcuni fagiolini locali chiamati Grisotti di cui racconto bene le ottime caratteristiche organolettiche e di resa in cucina oltre a quelle direttamente legate al benessere e alla salute mi spinge a sollecitare sempre di più l’acquisto quando possibile di quei prodotti orticoli locali unici e insuperabili a livello di sapori, aromi e consistenze il cui unico difetto (ma per me grande pregio) è essere presenti solo in alcune settimane come da stagione naturale!!!

Avevo previsto per oggi un altro post che rimando di qualche giorno per raccontare il bell’incontro con un prodotto locale che mi ha piacevolmente colpito in positivo, i fagiolini Grisotti.

Sono tipici delle montagne Trentine dove vivo e sembra siano originari della Val di Gresta, una valle particolarmente votata alle coltivazioni biologiche con una lunga serie di prodotti orticoli molto buoni fra cui questi fagiolini Grisotti dall’aspetto molto curioso.

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Comunemente vengono chiamati anche fagioli nani o Anellini di Trento e presentano un piccolo baccello ricurvo che presenta delle striature che vanno dal colore nerastro al viola.

Colpiscono subito alla vista, ma ancora di più al palato una volta degustati, incredibilmente non li avevo ben notati negli anni passati così una volta visti sul banco del mercato locale non me li sono fatti scappare questa volta.

Anche perché sono intimamente stagionali, nel senso che sono presenti solo per alcune settimane come in realtà dovrebbero essere quasi tutti i prodotti naturali della terra.

I fagiolini Grisotti sono una discreta fonte di ferro e altri piccoli sali minerali, contengono anche una buona quantità di vitamina K convertita poi in parte in realtà dai batteri intestinali e per quanto mi riguarda a livello nutrizionale sono un importante fonte di fibre di buon livello e valore alimentare.

Quello che è importunate però per noi che ci occupiamo più direttamente della cucina è la loro bontà, devo dire che mi ha lasciato una bellissima impressione la carnosità che nulla a da invidiare alla comune carne appunto!!!

Riescono a essere teneri e croccanti allo stesso tempo se si sa calibrare bene la cottura che non deve superare i 5-10 minuti massimo, direi in termini di lessatura in poca acqua, in questo caso la cottura a vapore è meno efficiente rispetto alla struttura dell’ortaggio.

Sapore ottimo quindi mentre l’altra prerogativa che molti vantano è la mancanza del tipico filo dei fagiolini, diciamo una mezza verità perché in alcuni esemplari è ben presente lo stesso.

Poco importa però a me sono piaciuti davvero tanto e il tutto mi ha spinto alla riflessione di quanti prodotti eccellenti rischiamo spesso di trascurare pensando solo alle varietà standard che magari arrivano da chissà dove con poco sapore e reale “personalità organolettica”!

Per cui ogni volta che potete guardate oltre lo “standard” alimentare e provate, la peggior cosa che vi può capitare e sorprendervi di come alcuni aromi, profumi e consistenze siano oltre ogni vostra immaginazione.

Viva quindi i fagiolini Grisotti e tutti gli ortaggi locali che rischiano spesso di scomparire con nostra grave perdita di memorie gustative difficilmente poi recuperabili.

Ne sono risultati due piatti per me molto interessanti che ancora devo codificare meglio con i giusti dosaggi sistemando anche le relative foto, intanto ne vedete uno in foto, semplice come nel mio stile già ampiamente illustrato in questo libro, esalta tutta la bontà di questo prodotto orticolo locale.

Vista la difficoltà di trovarli pubblicherò le due ricette magari in occasione della prossima raccolta annuale di questi buonissimi fagiolini così avrete modo e tempo di poterli provare anche voi, ieri al mercato ad esempio già non cerano più!!!

Fagiolini Grisotti, una bontà bio dalla montagna per ricordare l’importanza dei prodotti locali - Ultima modifica: 2021-09-12T11:39:25+02:00 da Giuseppe Capano

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