Anche l’altro giorno si è ripetuta un abitudine ormai molto consolidata e diffusa, una delle tante devianze che nel campo alimentare si registrano in questi ultimi decenni in cui il cibo è divenuto spesso solo una questione puramente commerciale aliena alle verità scientifiche oggettive.
Visitavo la bellissima località di Massa Marittima in Toscana e all’ora di pranzo abbiamo cercato un ristorante tipico, in realtà uno dei pochi ancora aperti perché in questo periodo da quanto raccontato dalla titolare i locali sono generalmente a riposo essendo una stagione bassa.
Mangiato discretamente e onnipresente portato in tavola ecco comparire nel suo macinino, di buona fattura devo dire, il sale rosa da aggiungere ai piatti portati in tavola per chi ne sente necessità.
Un sale che viene continuamente spacciato per essere quasi miracoloso riconoscendogli virtù parzialmente interessanti ma ingrandite ad arte fino all’esagerazione spudorata
Anche perché la prima cosa da dire è che si tratta in sostanza di sale, semplicemente sale con tutti i pro (pochi) e i contro (tantissimi) che questa sostanza ha nel momento in cui viene consumata in eccesso.
Cosa che avviene con alta frequenza senza che ci sia una grande consapevolezza dei danni che l’eccesso di sale porta all’organismo e non solo per quanto riguarda il tema più dibattuto, la pressione alta.
Notizia recente frutto di una ricerca approfondita racconta dei danni notevoli che il suo eccesso porta alle ossa arrivando in pratica a disgregarle e frantumarle con costante progressione fino a quanto la sua dose non viene diminuita e regolata in maniera ottimale.
Tornando al fascino del sale rosa la sua fama è senza dubbio dovuta al colore particolare che seduce quasi tutti, come del resto molti altri sali che vanno dal grigio, al rosso, al nero, al blu come se il colore di per se sia una garanzia di qualità o salubrità.
Il sale rosa arriva in realtà non dai monti alti dell’Himalaya, ma più prosaicamente da una gigantesca miniera che si trova in Pakistan tra le città di Lahore e Islamabad.
Un area estremamente vasta e ricca di elementi storici e mitici con riferimenti religiosi di vario tipo e conosciuta dall’albore dei tempi per quanto solo da poco ha avuto in occidente una rilevanza ampia.
Una produzione di sale in realtà a livello industriale che poco ha a che fare con una raccolta a mano di altri tempi come spesso viene vantata.
La sua origine è estremamente antica e nel tempo questo sale ha acquisito molti degli elementi naturali presenti nel contesto geografico della sua formazione assorbendo determinati sali minerali come il ferro dal cui ossido prende buona parte del colore rosa.
L’insieme di questi sali e altri elementi ne ha fatto una sorta di alimento superiore, ma in realtà queste sostanze sono presenti in una quantità molto bassa e praticamente ininfluente se paragonata ai danni notevoli che l’eccesso di sale comunque comporta.
Praticamente si rischia di consumare allegramente più sale solo perché convinti che quel particolare tipo sia più benefico e meno problematico di altri pagandolo allo stesso tempo una cifra molto più alta del normale sale che se di origine integrale ha più o meno le stesse virtù vantate per quello rosa!
In conclusione possiamo dire che è vero che questi sali colorati e di origine magari esotica hanno delle prerogative in più, ma sono contributi decisamente minimali rispetto alla sostanza in se che se ben gestita è vitale per la salute, ma è il suo eccesso che rappresenta oggi un grosso problema per il benessere dell’organismo e il colore nulla può contro questa nefasta tendenza!!!