Mentre mi sto preparando un autunnale ragù di lenticchie e funghi secchi (perfetto con la polenta!) mi è tornato in mente un importantissimo studio pubblicato su JAMA Internal Medicine lo scorso agosto sulle proteine vegetali e del quale mi ero dimenticata di parlarvi. Dunque, i ricercatori del Massachusetts General Hospital si sono domandati se le diverse fonti di proteine consumate nella dieta, ossia di tipo animale e vegetale, influenzassero la salute a lungo termine. E per capirlo hanno analizzato una ponderosa montagna di dati provenienti da due grandi studi statunitensi (Nurses Health Study e Health Professionals Follow-up Study) che hanno coinvolto oltre 131mila persone seguite fino ai 25-30 anni. E che hanno fornito informazioni dettagliate sulla dieta seguita, lo stile di vita e le condizioni di salute. Per farla breve, l'alimentazione che includeva più proteine di origine vegetale (derivate da cereali, legumi e frutta a guscio) è stata associata a un più basso rischio di mortalità, mentre chi consumava più proteine animali - in particolare provenienti da carni rosse e trasformate, uova e latticini - e allo stesso tempo aveva una cattiva abitudine come il fumo, l'alcol, la sedentarietà, od era sottopeso o sovrappeso, è stato associato a un più alto rischio di morte. Nessun rischio è stato rilevato in chi conduce una vita sana e oltre alle proteine vegetali consuma anche pollame e pesce. Oltre che dalla lettura dell'articolo, più dettagli dello studio è possibile averli da questo utile filmato di Jama nel quale i ricercatori raccontano il loro lavoro in un inglese, per fortuna, comprensibile.