Consigli pratici (dietetici e comportamentali) per non affaticare lo stomaco, diminuendo i disturbi quali gastriti, iperacidità e reflusso gastroesofageo.
Limitare l’alcol. Le bevande alcoliche vengono subito assorbite ed esercitano un’azione irritante sulle pareti gastriche e su quelle esofagee, inoltre aiutano il rilascio del cardias, lo sfintere che impedisce la risalita del cibo dallo stomaco.
Raggiungere un peso consigliabile. Se si è sovrappeso od obesi, la pressione esercitata dal peso sullo stomaco aumenta, facilitando la comparsa di bruciori e reflusso.
Niente riposino. L’ideale sarebbe andare a letto quando la digestione è già finita, dopo circa 2-3 ore dal pasto.
Meglio passeggiare che correre . Se dopo i pasti un’attività leggera è consigliata (passeggiare, andare in bici), è meglio aspettare di aver digerito prima di qualsiasi allenamento impegnativo.
Niente pressioni. Attenzione alla postura: specie dopo mangiato è importante stare seduti con la schiena dritta e non curva, per evitare di schiacciare lo stomaco complicando la digestione. Lo stomaco ha bisogno di spazio per lavorare bene. Per lo stesso motivo, meglio evitare cinture e abiti che stringono in vita. La compressione, inoltre, facilita i rigurgiti acidi.
Dormire a testa alta. Per contrastare le “risalite notturne”, il capo deve essere in posizione sollevata rispetto allo stomaco. Più che con i cuscini, che durante la notte possono muoversi o dare problemi di cervicale, è consigliabile alzare la testata del letto di almeno 10-20 centimetri, utilizzando una rete a doghe inclinabile oppure mettendo dei mattoni sotto le zampe anteriori del letto.
Dire addio (o quasi) alle sigarette. Il fumo svolge varie azioni negative sullo stomaco: ha un’azione tossica diretta sulle pareti, facilita il reflusso, e diminuisce la salivazione, che è utile per proteggere le mucose di esofago e gola dai succhi gastrici.
Attenzione a certi farmaci. Molte medicine possono peggiorare la funzionalità del cardias o irritare l’esofago. Ad esempio, alcuni antipertensivi (calcioantagonisti), tranquillanti e sonniferi, integratori di potassio o vitamina C, farmaci per l’osteoporosi (alendronato), antinfiammatori non steroidei (i comuni analgesici), antiasmatici (teofillina), anticolinergici (per rilassare la muscolatura) e l’antibiotico eritromicina.