Diete e dintorni
Mangiare amaro fa passare la fame?

5 | 2 voto/i

Secondo un recente studio, l’assunzione di sostanze amare ha l’effetto di ridurre in modo naturale l’assunzione di cibo, influenzando il senso di sazietà. E le cause di ciò sarebbero legate alla nostra evoluzione, che ci ha insegnato a diffidare dei cibi amari (ma non di quelli dolci…)

Ci avete mai fatto caso? Il nostro palato è molto sensibile al sapore amaro mentre lo è decisamente meno al dolce. E in effetti nella bocca sono presenti più recettori che captano il sapore amaro rispetto a quello dolce: per questo lo percepiamo già in concentrazioni bassissime. La ragione è legata alla nostra evoluzione: come è noto tante piante o bacche  contengono sostanze tossiche e velenose dal sapore decisamente amaro. E così i nostri antenati hanno sviluppato la capacità di sentire questo gusto per salvarsi la vita grazie al pronto riconoscimento dei vegetali amari. Ma siccome gli alimenti dal sapore dolce nutrivano e non erano pericolosi, questa ipersensibilità non ci è servita e infatti lo percepiamo molto meno.

Ancora una volta la nostra evoluzione ci rende più difficile restare in linea (accumulare depositi di grasso,m ad esempio, è ancora considerato un vantaggio dal nostro organismo, in quanto protettivo per l’atavica scarsità di cibo). Se trovassimo insopportabilmente dolce anche un cucchiaino di zucchero, forse saremmo tutti più magri e sani…  Tuttavia, secondo i risultati di questa ricerca da poco pubblicata sul The American Journal of Clinical Nutrition, la nostra evoluzione non si sarebbe fermata ai recettori del gusto amaro ma coinvolgerebbe anche i meccanismi che coinvolgono la regolazione dell’appetito e della sazietà. E con un effetto positivo sul controllo del peso.

Advertisement

La ricerca in breve

Va detto che oltre che nella bocca, sono presenti dei sensori per il gusto amaro anche a livello gastrico e nel duodeno. E così un team di ricercatori provenienti principalmente dal The New Zealand Institute for Plant and Food Research Limited di Auckland, si è posto l’obiettivo di capire se l’insieme di questi recettori potesse avere qualche impatto sull’apparato digerente e sull’appetito. E per provarci ha messo ha un punto un estratto di luppolo, la nota pianta amara che caratterizza il sapore della birra.

Va detto che lo studio, seppure su un piccolo gruppo, ha comunque delle basi solide visto che è del tipo controllato e randomizzato, in doppio cieco (e quindi né i partecipanti, né i ricercatori sanno se stanno prendendo - o somministrando - il principio attivo oppure il placebo). I partecipanti volontari, tutti normopeso, sono stati divisi in tre gruppi: al primo è stato dato l’estratto di luppolo in capsule a rilascio immediato nello stomaco, al secondo l’estratto è stato dato tramite capsule a rilascio ritardato nel duodeno mentre al terzo gruppo è stato somministrato un placebo, ovviamente negli stessi modi descritti.

Dopo l’infusione, tutti i partecipanti sono stati invitati a mangiare prima a pranzo e poi per una merenda pomeridiana. Gli ospiti potevano mangiare liberamente, finché volevano: il loro apporto calorico veniva però registrato dai ricercatori. E alla fine i risultati hanno mostrato che chi aveva preso il luppolo aveva assunto spontaneamente circa il 20% di calorie in meno rispetto al gruppo del placebo. Gli autori, a proposito dei risultati hanno concluso che: “Sia la somministrazione gastrica che quella duodenale di un estratto di luppolo modulano il rilascio di ormoni coinvolti nell'appetito e nella regolazione glicemica, fornendo un potenziale "freno amaro" sull'intake energetico negli uomini normopeso”. Suggerendo, di conseguenza, di approfondire le potenziali funzionalità degli alimenti amari per prevenire e controllare il sovrappeso.

In attesa che ulteriori ricerche confermino questi risultati, chi sta a dieta può provare a prendere il caffè amaro prima – e non dopo - dei pasti e poi scoprire l’effetto che fa... 😉

Mangiare amaro fa passare la fame? - Ultima modifica: 2022-03-10T07:34:53+01:00 da Barbara Asprea

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome