Diete e dintorni
La dieta 5:2 per le neomamme a rischio diabete: un’alternativa in più?

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Chi ha avuto il diabete gestazionale, se è sovrappeso è importante che dimagrisca: uno studio australiano per la prima volta ha messo a confronto due diversi approcci dietetici sulle neomamme con risultati interessanti

Secondo dati nazionali ed europei diffusi dal Ministero della Salute, circa il 6-7% di tutte le gravidanze (equivalenti ogni anno in Italia a circa 40mila casi) vengono complicate dall’insorgere dal diabete gestazionale, una particolare forma di diabete che in effetti può mettere a rischio la salute del nascituro. Inoltre, le donne che ne hanno sofferto, dopo 5-10 anni dal parto presentano una possibilità notevolmente superiore di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto alle donne che non ne hanno sofferto. E quando le neomamme sono in sovrappeso, viene fortemente consigliato di raggiungere un peso normale per ridurre il rischio di diventare diabetiche.

Tuttavia, con un neonato in casa pensare a dimagrire non è certo il primo pensiero di una donna (anche per mancanza di energie) e seguire una dieta – sebbene necessaria per prevenire in primis il diabete e poi le altre patologie legate al sovrappeso - la può caricare di ulteriore stress. In questo contesto si inserisce questo piccolo ma interessante lavoro appena pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition e condotto dall'Università del South Australia che ha messo a confronto i risultati di una classica dieta ipocalorica con la dieta cosiddetta 5:2,  che prevede una forte restrizione calorica per due giorni alla settimana e perciò considerata più facile da seguire.

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"Il diabete gestazionale è il tipo di diabete in più rapida crescita in Australia, che colpisce il 15% delle gravidanze. Alimentazione sana e attività fisica regolare sono raccomandate per gestire il diabete gestazionale”, afferma la dottoressa Kristy Gray, responsabile dello studio in questione. “La strategia più comune per la prevenzione del diabete è la prescrizione di diete ipocaloriche continuative. Il problema, tuttavia, è che le neomamme trovano difficile attenersi a una dieta ipocalorica.”

Due alternative, stessi risultati

Il team di ricercatori australiani ha reclutato un gruppo di donne clinicamente sovrappeso od obese che avevano avuto il diabete gestazionale. Due gli approcci dietetici sperimentati: la dieta 5:2 (cinque giorni di alimentazione normale e due giorni a 500 calorie) e una dieta ipocalorica quotidiana da 1500 calorie al giorno. Entrambe le diete causavano una riduzione dell’apporto calorico settimanale di circa il 25%. Dopo un anno i risultati dei due approcci sia sul dimagramento che sui vari test legati a glicemia e diabete sono stati molo simili.

Sempre secondo Gray: “La nostra ricerca mostra che la dieta 5:2 è altrettanto efficace nel raggiungere la perdita di peso quanto una dieta ipocalorica tradizionale nelle donne che hanno avuto il diabete gestazionale, il che è una buona notizia perché fornisce alle donne una maggiore possibilità di scelta. Naturalmente, le donne è bene che si rivolgano a un professionista della salute prima di iniziare questo tipo di dieta, per assicurarsi che sia adatta a loro.”  Come sempre, quando c’è di mezzo il diabete, è meglio sempre chiedere un parere allo specialista, anche se ci si mette a dieta solo nel fine settimana...

La dieta 5:2 per le neomamme a rischio diabete: un’alternativa in più? - Ultima modifica: 2021-11-04T09:10:42+01:00 da Barbara Asprea

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