Novità dalla ricerca
Glicemia e cibi processati: giovani a rischio

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Secondo una ricerca Usa, i ragazzi che iniziano presto a consumare abitualmente cibi ultra-processati risultano più a rischio di alterazioni della glicemia. Un messaggio che può riguardare da vicino anche noi

La nostra cultura gastronomica ci salverà? È una domanda che torna spesso quando si osservano i modelli alimentari di altri Paesi, soprattutto degli Stati Uniti, dove la maggior parte delle calorie quotidiane arriva dagli alimenti ultra-processati (qui si spiega bene cosa sono). In Italia tendiamo a sentirci protetti dal nostro patrimonio gastronomico, ma l’aumento del consumo di prodotti pronti, snack confezionati e bevande zuccherate tra adolescenti e giovani adulti suggerisce che non siamo così immuni come pensiamo. E proprio per questo diventa fondamentale insegnare ai più giovani a cucinare, a riconoscere gli alimenti di qualità e a costruire una minima autonomia culinaria prima di entrare nell’età adulta.
Lo studio in questione arriva dalla University of Southern California ed è stato da poco pubblicato su Nutrition and Metabolism. Da sottolineare che è tra le prime ricerche che hanno osservato nel tempo come l’assunzione di alimenti ultra-processati possa influire sul metabolismo dei giovani adulti. I ricercatori hanno seguito per 4 anni un gruppo di 85 ragazzi tra i 17 e i 22 anni, monitorando la loro dieta e i livelli di glicemia. In soldoni, la domanda che si sono posti gli studiosi era: cosa accade quando una quota crescente dell’alimentazione quotidiana è composta da cibi come snack confezionati, fast food, bibite zuccherate, cereali trasformati o prodotti “ready-to-eat”?

SOS glicemia e insulina

Le risposte non sono state rassicuranti. Anche un aumento modesto di alimenti ultra-processati è stato associato a un rischio maggiore di sviluppare prediabete e segni di resistenza insulinica, due indicatori che precedono l’insorgenza del diabete di tipo 2. Secondo gli autori, un incremento del 10% di calorie provenienti dai cibi cosiddetti ultra processati (UPF) era collegato a un aumento del 64% del rischio di prediabete e del 56% del rischio di un’alterata regolazione della glicemia. Un dato particolarmente rilevante se si considera che i partecipanti erano giovani, apparentemente sani e senza segni clinici di malattia.

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Nello studio statunitense è stato inoltre osservato che i giovani, già in età precoce forti consumatori di alimenti ultra-processati, risultavano maggiormente predisposti ad avere livelli più elevati di insulina dopo 4 anni: un primo campanello d’allarme di una cattiva regolazione della glicemia. “Anche piccoli aumenti di cibi ultra-processati possono alterare la regolazione del glucosio nei giovani a rischio di sovrappeso”, ha dichiarato Vaia Lida Chatzi, autrice senior della ricerca. “Si tratta di un fattore modificabile, che offre una finestra di prevenzione preziosa proprio all’inizio dell’età adulta.” I ricercatori sono ora interessati a individuare quali UPF risultino più dannosi e quali componenti - zuccheri aggiunti, grassi raffinati, additivi o densità calorica - contribuiscano maggiormente alle disfunzioni metaboliche

Sebbene le abitudini dei giovani italiani non siano sovrapponibili completamente a quelle statunitensi, ignorare i risultati di questa ricerca sarebbe scorretto perché l’adolescenza e i primi anni da studenti fuori sede sono le fasi della vita in cui si formano abitudini che poi si trascinano per decenni. Se la base alimentare diventa composta in gran parte da cibo pronto, il rischio è di riprodurre lo stesso scenario americano.
Per fortuna la ricerca scientifica ha mostrato quanto sia benefico per i giovani migliorare la qualità dell’alimentazione, non solo per il corpo ma anche per la mente. Ad esempio, in questo studio si è visto che avvicinandoli a uno stile mediterraneo è migliorato il loro benessere psicologico. Mentre imparare a cucinare ha aumentato autostima e capacità di scegliere cibi più sani nella vita di tutti i giorni negli studenti universitari (se ne parla in questo articolo).

Insomma: non possiamo lasciare i ragazzi soli davanti a un mondo di cibi di scarsa qualità. Dare strumenti, competenze e un po’ di cucina vera resta una delle forme più semplici di prevenzione.

Glicemia e cibi processati: giovani a rischio - Ultima modifica: 2025-12-01T08:00:19+01:00 da Barbara Asprea

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