Novità dalla ricerca
Ecco perché il vino rosso può far venire il mal di testa

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Sorseggiare un solo calice di rosso in molte persone può già scatenare sgradevoli effetti come cefalea, rossori o nausea. Per la prima volta una ricerca USA ha identificato la causa di queste reazioni, ossia una nota sostanza salutare che abbonda nell’uva nera. Volete sapere quale?

Vino rosso e cefalea. Magari può diventare un argomento di conversazione nella prossima cena con gli amici mentre se ne sorseggia un calice. Anche se non tutti possono godere appieno di questa convivialità: per alcuni, bere anche piccole quantità di vino rosso può provocare mal di testa già dopo mezz’ora o dopo tre ore dall’assunzione. Insomma, non è raro che si stia ancora affondando il cucchiaino nel dessert e già pentirsi di averne bevuto, anche in piccole quantità.

Tante cause difficili da identificare

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È noto che il rapporto tra mal di testa e alimentazione risulti molto complesso: in questi anni la ricerca ha evidenziato una notevole eterogeneità individuale che rende molto difficile avere delle certezze e addirittura una reazione diversa degli individui a seconda delle situazioni di vita. Ad esempio se sono in vacanza oppure no.

Ma a parte queste difficoltà, quando si parla di dieta e mal di testa in genere si considerano due diversi punti di vista. Il primo consiste nell’individuare i cibi e le bevande sospettati di scatenare gli attacchi dolorosi. Il secondo, invece, più che concentrarsi sugli alimenti colpevoli focalizza l’attenzione sul consumo di quei cibi ritenuti preventivi, antinfiammatori (vedi questo post a proposito). Il lavoro appena pubblicato su Scientific Reports su va a inserirsi nel primo gruppo, ma non solo. Per la prima volta è stata trovata una causa precisa dell’insorgenza del mal di testa e consumo di vino rosso in particolare, legata a un particolare flavonoide e non ad altre sostanze fino a oggi ritenute responsabili.

Va detto, infatti, che l'alcol è uno dei fattori scatenanti più comunemente segnalati per l'emicrania e già altri studi hanno suggerito che la vodka e i vini rossi, in particolare i tipi con il più alto contenuto di istamina, fossero i più problematici. In effetti i cibi ricchi di istamina (oltre al vino, formaggi stagionati, crostacei, crauti, salumi, conserve) o con proprietà istamino-liberatrici (fragole, pomodori, cioccolato) sono in grado di produrre reazioni avverse classificate come pseudo-allergiche: l’istamina, infatti, è il mediatore che provoca i tipici sintomi infiammatori delle risposte allergiche. Tuttavia, va ricordato che gli emicranici possono avere una bassa concentrazione di un enzima che serve a neutralizzare l’azione delle amine vasoattive presenti in molti alimenti, come i formaggi stagionati e il vino rosso.

La ricerca in breve

Strano ma vero. In questi anni si è molto parlato della quercetina, un flavonoide presenti in molti vegetali, per il suoi effetti benefici, tanto da essere anche presente sotto forma di integratore alimentare. Ma secondo gli autori dello studio condotto dall’University of California Davis, i problemi arrivano quando dall’uva la quercetina si trasferisce nel vino rosso, interferendo con il corretto metabolismo dell'alcol. E scatenando la cefalea anche in quelle persone che normalmente non hanno reazione del genere dopo aver bevuto altre bevande alcoliche.

"Quando entra nel flusso sanguigno, il corpo converte questa sostanza in una forma diversa chiamata quercetina glucuronide”, specifica nel report dell’UC Davis Andrew Waterhouse, chimico e autore della ricerca, “e in quella forma, blocca il metabolismo dell'alcol”.
Di conseguenza, può verificarsi un accumulo di acetaldeide, una tossina con effetti irritanti e infiammatori, responsabile di sintomi quali arrossamento del viso, mal di testa e nausea. Accumulo anomalo perché normalmente c’è un enzima nell’organismo che lo impedisce. "Ipotizziamo che quando alcune persone suscettibili consumano vino con quantitativi di quercetina, sviluppano mal di testa, specialmente se hanno già una forma preesistente di emicrania o di altri tipi di cefalee”, puntualizza il neurologo Morris Levin, co-autore dello studio.

In altre parole, oltre alla quercetina deve esistere anche una vulnerabilità individuale (come è ovvio, altrimenti tutti avrebbero questo effetto, ma sappiamo bene che non è così). “Crediamo di essere finalmente sulla strada giusta per spiegare questo mistero millenario”, prosegue Levin, “il prossimo passo sarà testare in modo scientifico le persone che sviluppano questi particolari mal di testa”. In particolare, i ricercatori metteranno a confronto gli effetti esercitati dai vini rossi che contengono molta quercetina con quelli che ne contengono pochissima.

Contenuti variabili

È interessante sapere che la quercetina viene prodotta dall'uva in risposta alla luce solare, perciò i suoi livelli variano moltissimo a seconda dei diversi vini. Puntualizza Waterhouse: "Se si coltivano uve con grappoli esposti, come accade per i cabernet della Napa Valley in California, si ottengono livelli molto più alti di quercetina. In alcuni casi, può essere quattro o cinque volte superiore."  Ma la quantità di questo flavonoide può variare anche a seconda dei processi produttivi, compreso il contatto con la buccia durante la fermentazione, le fasi di affinamento e l'invecchiamento.
Magari nel prossimo futuro si saprà quali sono i vini rossi meno a rischio di far venire cefalea. Nel frattempo, non resta che aspettare e ricordarsi che, in ogni caso, il consumo di alcolici deve restare occasionale e non diventare un'abitudine. E se poi in quelle poche occasioni non fa venire il mal di testa, meglio.

Ecco perché il vino rosso può far venire il mal di testa - Ultima modifica: 2023-11-27T08:00:59+01:00 da Barbara Asprea

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