Diete e dintorni
E se la parola light ci facesse mangiare di più?

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Scopriamo come la capacità saziante venga influenzata da come ci viene presentato il cibo che mangiamo. Ecco cosa succede quando pensiamo che sia light, ma non solo: una nuova ricerca lo ha testato tramite una bella insalata di pasta

Invitate a pranzo 37 persone (18 donne e 19 uomini, senza problemi di salute o di condotta alimentare) e servite loro una bella insalata mediterranea di pasta corta condita con pomodorini, pesto e origano. Specificate però che la pietanza era stata cucinata in un modo per risultare light, poco calorica. Di seguito, invitate nuovamente le stesse persone e date loro la stessa insalata di pasta, ma questa volta raccontando che la pietanza ha tali caratteristiche per risultare particolarmente saziante. In entrambe le occasioni i partecipanti dell’esperimento possono servirsi tutte le volte che vogliono.

Ecco, in sintesi è quello che ha fatto sia un team di ricercatori della Penn State University (Usa), sia un team europeo dell’Università di Maastricht (Olanda). E i risultati del loro lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Appetite.

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La sazietà? Una questione anche di testa

Quali i risultati principali?  Che i commensali, quando il pasto era etichettato come light, ne mangiavano di più e dichiaravano di sentirsi meno sazi. Al contrario dell’altra insalata di pasta – identica ma presentata come saziante – il cui consumo era risultato inferiore. "Suggerendo che se una persona si fa l’idea che il pasto che sta per mangiare sarà davvero saziante, allora probabilmente ne mangerà di meno", ha detto Paige Cunningham, una delle autrici della ricerca. “Se invece percepisce il pasto come leggero e non altrettanto saziante, allora ne mangerà un po' di più."

In un certo senso, l’obiettivo ottenuto è l’opposto di quello desiderato, tanto che i ricercatori tra le loro conclusioni si domandano se una buona strategia per invogliare a mangiare le persone inappetenti consista nel dire loro che il cibo proposto è leggero e poco saziante.

Giuste porzioni battono prodotti light

Un’altra considerazione che fanno gli studiosi è che se la dizione light messa sui prodotti alimentari considerati dietetici non comporti, in effetti, un aumento dell’intake calorico piuttosto che la riduzione desiderata da chi li acquista.  In effetti già in passato si è visto che quando sappiamo che un cibo è “alleggerito”, come un formaggio ad esempio, tendiamo a far crescere la porzione nel piatto. Come uscirne allora?

Ancora una volta, l’importante è conoscere le porzioni corrette per quel tipo di alimento: "Indipendentemente da ciò che afferma l'etichetta del prodotto, afferma Cunningham, “il consiglio standard è quello di essere consapevoli delle porzioni, del contenuto energetico e nutrizionale dell’alimento che si sta mangiando. Insomma, essere consapevoli della propria alimentazione”. E come darle torto? Chissà, forse in futuro sulle confezioni degli alimenti light, invece della riduzione calorica o di grassi troveremo magnificato il loro potere supersaziante…

E se la parola light ci facesse mangiare di più? - Ultima modifica: 2022-04-28T17:38:29+02:00 da Barbara Asprea

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