Novità dalla ricerca
Con l’amaro la vita è più dolce

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Fresco, tonificante e senza zucchero: il caffè con ghiaccio è un modo perfetto per gustarlo d’estate. La buona notizia è che, secondo un nuovo studio americano, il caffè amaro può contribuire a vivere più a lungo. Purché non lo si trasformi in un dessert al cucchiaio

Quando fa caldo scompare la voglia di un caffè bollente con latte, panna e zucchero, lasciando spazio a preparazioni più rinfrescanti. Come il cosiddetto caffè con ghiaccio, o ice coffee (ma senza zucchero), sempre più amato anche da chi di solito preferisce l’espresso classico. Basta versare il caffè bollente su qualche cubetto in un bicchiere di vetro e berlo prima che il ghiaccio lo diluisca troppo. Un modo di consumare il caffè non solo più tonificante e dissetante, ma che permette di godere appieno dei suoi effetti benefici. Almeno è quanto suggerisce una nuova ricerca USA pubblicata su The Journal of Nutrition.

La ricerca in breve

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Un team di ricercatori della Tufts University ha voluto approfondire il rapporto tra consumo di caffè e longevità attraverso i dati raccolti in un ampio studio di popolazione (NHANES, un programma nazionale di monitoraggio sulla salute e la nutrizione della popolazione americana) che ha coinvolto più di 46 mila adulti americani seguiti per circa dieci anni. Scoprendo che chi aveva bevuto una o due tazze al giorno, o anche tre, mostrava un rischio di mortalità più basso rispetto a chi non assumeva mai caffè, in particolare per quanto riguarda le malattie cardiovascolari. Oltre le tre tazze al giorno, però, non sono stati osservati vantaggi aggiuntivi. Anzi, l’associazione positiva tende ad attenuarsi. Il dato più solido riguarda infatti la protezione cardiovascolare: il consumo regolare di caffè, se non addizionato, sembra legato a una minore incidenza di eventi come infarti e ictus. Ma – ed è qui il punto chiave – questo beneficio si osserva solo se si preferisce abitualmente il caffè nero o solo con aggiunte molto leggere.

Secondo gli autori della ricerca, l’effetto protettivo del caffè tende a svanire quando si eccede con zucchero, panna o latte intero. Non basta cioè bere caffè, bisogna anche vedere come lo si beve. Le generose aggiunte di zuccheri e grassi saturi (tremendamente comuni negli Stati Uniti) sembrano neutralizzare le proprietà benefiche della bevanda, probabilmente interferendo con l’azione dei suoi composti bioattivi. Il caffè contiene infatti più di mille sostanze diverse, tra cui caffeina, acidi fenolici e altri antiossidanti, che potrebbero giocare un ruolo nella protezione del cuore e nella regolazione del metabolismo. Ma l’aggiunta di ingredienti ad alta densità calorica – anche solo in piccole quantità, se consumate ogni giorno – potrebbe spostare l’equilibrio complessivo verso un impatto meno favorevole.

Dipende dalle quantità

Ovviamente non si tratta di criminalizzare un cucchiaino di zucchero o un goccio di latte, ma di comprendere che il beneficio del caffè non è incondizionato. È legato alla qualità della bevanda, al modo in cui viene preparata e consumata. I veri amanti dell’espresso – quelli che cercano davvero di gustarne l’aroma – lo bevono amaro, senza bisogno di coprirne il sapore. E chi trova l’espresso troppo forte può comunque diluirlo con acqua calda in una tazza grande, in stile americano, senza perdere i potenziali vantaggi sulla salute.

Insomma, il caffè sembra essere un piccolo alleato del benessere quotidiano, ma solo se non lo si trasforma in un dolce al cucchiaio. O quasi.

Con l’amaro la vita è più dolce - Ultima modifica: 2025-06-26T10:35:35+02:00 da Barbara Asprea

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