Novità dalla ricerca
Anche mangiare con il collega può mettere a rischio la linea

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Attenzione a chi scegliete durante la pausa pranzo. Secondo una ricerca eseguita nelle mense di un ospedale americano, le scelte alimentari dei colleghi anche senza volerlo influenzano quelle dei vicini. Per fortuna il fatto di esserne a conoscenza non solo è un primo passo per diventare più indipendenti ma può anche servire per stimolare a far mangiare in modo più sano

Finalmente usciti dallo smart working e tornati in ufficio? Se per caso avete iniziato una dieta - o semplicemente state più attenti a cosa mangiate - per ritornare in forma anche i colleghi possono rappresentare una “minaccia” per la silhouette.  E non riguarda la frequente offerta di dolcetti o cioccolatini offerti dai compagni di scrivania golosi per addolcire le ore del lavoro, ma di più alcuni meccanismi psicologici che noi tutti abbiamo e che possono essere più o meno inibiti. Ossia quella di comportarci “a specchio” con chi ci è vicino. Un tipico esempio: in sala d’aspetto chi ci è vicino tira fuori il cellulare dalla tasca e dopo pochi secondi lo copiamo, anche se non avevamo un vero motivo per farlo. Ecco, con il cibo succede la stessa cosa, più o meno. Capiamo allora cosa ha scoperto un team di ricercatori del Massachusetts General Hospital sui comportamenti alimentari dei colleghi che mangiavano insieme durante la pausa pranzo. Uno studio che può farci da spunto per modificare certi nostri comportamenti.

A tavola il collega ti influenza

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"Abbiamo scoperto che le persone tendono a rispecchiare le scelte alimentari degli altri all’interno della stessa cerchia sociale, il che potrebbe spiegare un modo in cui l'obesità si diffonde anche attraverso i social", afferma Douglas Levy, primo autore della ricerca di cui sopra appena pubblicata su Nature Human Behaviour. I ricercatori hanno esaminato l'influenza dei colleghi sulle personali scelte alimentari tra circa seimila dipendenti dell’ospedale di diverse età e status socioeconomico. Il tutto per un arco di tempo di due anni durante la pausa per il pranzo nelle sette mense ospedaliere. Era stato predisposto un avviso sul valore nutrizionale di pietanze e bevande attraverso un’etichettatura con i colori del semaforo: verdi (sani), gialli (meno sani) o rossi (malsani).

I dipendenti utilizzavano delle card per pagare alle casse, il che ha permesso ai ricercatori di raccogliere i dati sugli acquisti alimentari specifici e il momento del pagamento. Inoltre i ricercatori hanno dedotto, grazie ai social network dei partecipanti, altri dati come i minuti di distanza tra l’acquisto di cibo tra due persone, quanto spesso quelle due persone consumavano i pasti insieme e così via. “In effetti, due persone che effettuano acquisti entro due minuti l'una dall'altra, hanno maggiori probabilità di conoscersi rispetto a coloro che fanno acquisti a trenta minuti di distanza", sottolinea Levy. E per convalidare i loro dati, i ricercatori hanno intervistato più di mille dipendenti, chiedendo loro di confermare i nomi delle persone che erano stati identificati come loro “partner di mensa”.

Un effetto con più facce

Sulla base delle tante valutazioni conseguenti ai tre milioni di incontri in mensa tra coppie di dipendenti, i ricercatori hanno scoperto che gli acquisti di cibo da parte di persone che erano collegate tra loro erano costantemente più simili. "L’impatto era leggermente più forte per i cibi sani che per gil alimenti poco salutari", afferma Levy. In altre parole, chi mangiava insieme tendeva a scegliere alimenti simili, "buoni" o "cattivi" che fossero. E i cibi acquistati non sempre erano scelti per soddisfare un desiderio o un gusto individuale. Quando i colleghi mangiavano insieme, è più probabile che scegliessero le pietanze guardando il vassoio del vicino. Un influenza che, però, non è dovuta solo per la vicinanza fisica ma anche per quella “social”: le persone collegate attraverso i vari network spesso mostravano stili di vita e preferenze alimentari simili, avendo così maggiori probabilità di diventare amici e mangiare insieme.

Ognuno di noi può diventare un modello virtuoso

Va anche detto che  i soggetti testati potevano cambiare il loro comportamento alimentare per cementare il rapporto con qualcuno della stessa cerchia sociale. Concedendosi, in maniera più o meno implicita, la licenza di scegliere entrambi junk food oppure di esercitare pressioni per fare una scelta più sana. E in effetti i ricercatori suggeriscono che le persone, una volta a conoscenza dell’influenza reciproca che si instaura, potrebbero giocare su questa per invogliare i colleghi a fare scelte più sane. Ad esempio, il vostro collega hai il colesterolo alto? Vedrete che prima o poi, al posto di scegliere burger e patatine, sceglierà di copiarvi ordinando quella bella zuppa di legumi che vi piace tanto.

Anche mangiare con il collega può mettere a rischio la linea - Ultima modifica: 2021-05-01T13:01:21+02:00 da Barbara Asprea

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