Prevenzione a tavola
Anche bere tè nero ci aiuta un po’ a diventare longevi

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Buone notizie per gli amanti del tè nero: secondo una ricerca USA chi lo beve regolarmente risulta più protetto da svariate malattie e, perciò, vive di più. Mentre chi ne consuma troppo ha l’effetto contrario: come sempre è la moderazione che risulta efficace in tema di nutrizione. Scopriamo, allora, qual è la dose consigliata e perché ci fa bene

Se da sempre siete tra quelli che iniziano preferire la giornata con una tazza di tè nero, da replicare magari nel pomeriggio, ecco una notizia che vi farà piacere. E non solo a voi visto che il tè, dopo l'acqua, è la bevanda più consumata al mondo: quello nero “classico” è il più amato nei paesi occidentali mentre il verde e il tè aromatizzato, come quello al gelsomino, risultano più popolari in Oriente.

Arrivando alla notizia in questione, sulla rivista Annals of Internal Medicine è stato appena pubblicato uno studio USA che ha esaminato i dati di quasi 500mila persone tra i 40 e i 69 anni presenti in The UK Biobank (un importante database britannico sul rapporto tra fattori ambientali e malattie). Dei partecipanti, oltre a soliti esami clinici di routine, sono stati esaminati i questionari che indagavano anche il loro consumo di tè, riportando quante tazze, in media, hanno bevuto di questa bevanda ogni giorno, in che modo (da solo o insaporito) e a che temperatura. I ricercatori hanno anche tenuto conto dei dati riguardanti l’alimentazione, lo stile di vita, lo stato di salute e quello socio-economico.

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I risultati principali

Quasi l'85% dei partecipanti ha riferito di avere bevuto tè (essendo per lo più britannici non c’è da stupirsi) e per la stragrande maggioranza (89%) di preferire quello nero. Il numero di tazze giornaliere oscilla dalle due alle cinque mentre il 19% dei consumatori ne sorseggia più di sei ogni giorno. Ma quest’ultimo dato non corrisponde a una migliore salute: nello studio i forti bevitori di tè hanno maggiori probabilità di essere anche fumatori, avere un peggiore stato di salute e mangiare più spesso carne rossa e lavorata: tutte abitudini di vita che aumentano il rischio di ammalarsi e certamente non favoriscono la longevità.

Al contrario, un consumo giornaliero fino a tre tazze è stato associato a una diminuzione del 12% del rischio di mortalità per tutte le cause. Ad esempio, i bevitori moderati di tè presentano un rischio minore di morire a causa di malattie cardiovascolari, ischemie e ictus. Va ribadito che le persone che hanno bevuto più di tre tazze al giorno non hanno un rischio di mortalità inferiore rispetto a quelle che ne bevono meno. Insomma, non serve cambiare le proprie abitudini ma continuare a prepararsi un paio di tazze di tè al giorno. Insaporendolo come si preferisce: l'aggiunta di latte o zucchero ha avuto scarso effetto sui benefici osservati, come pure la temperatura del tè.

Tutto merito dei polifenoli?

Come è noto il tè in generale è ricco di polifenoli, note sostanze antiossidanti ai quali si attribuiscono numerose proprietà protettive nei confronti di numerose patologie, dall’ipertensione alle malattie cardiovascolari o al diabete di tipo 2. Il tè nero contiene in particolare dei polifenoli chiamati teaflavine e tearubigine, ai quali si attribuiscono proprietà antinfiammatorie, antitumorali e antimicrobiche, e di controllo dei livelli di grassi nel sangue. Sostanze benefiche che vanno assunte, come sempre, dalla dieta negli alimenti che le contengono naturalmente.

In conclusione, anche se quello verde contiene più polifenoli (e per questo viene normalmente ritenuto più salutare) anche bersi un paio di tazze di tè nero è un’abitudine che può aiutare il benessere, sempre all’interno di una dieta equilibrata, of course…

Anche bere tè nero ci aiuta un po’ a diventare longevi - Ultima modifica: 2022-09-08T16:59:18+02:00 da Barbara Asprea

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