Dispensa naturale
Un sorso d’acqua vegetale


Sempre più diffuse, le cosiddette acque vegetali sono ricavate dalla linfa o dalla spremitura di alcune piante e vantano effetti benefici sulla salute. Cosa c’è di vero? Sono utili a chi? E quanto bisogna berne?

Provengono da piante o alberi, per lo più limpide e con sapori delicati: sono le acque vegetali, il trend che viene dagli Usa, dove sono esplose un paio d’anni fa. Per il 2024 si stima un fatturato di 10 miliardi di dollari. Sono bevande vecchie (alcune di uso tradizionale) e nuove, contraddistinte dal marchio della naturalezza. Alcune, come l’acqua di carciofo o di cocomero (ottenute dall’intero vegetale), sono ancora abbastanza sconosciute in Italia, al pari di quella di foglie di bambù. Altre si stanno facendo strada, e già sono diffuse betulla, cocco e aloe.

Costo alto, informazioni poche

Tranne alcuni casi, le informazioni scarseggiano e anche le ricerche scientifiche che avvalorino l’uso di questi prodotti. Il confine tra idratante e curativo appare labile, ma a volte l’unico effetto reale è l’idratazione, ottenuta però ad alto prezzo. “La spinta commerciale è evidente. Giustamente, i produttori rinnovano l’offerta e noi dobbiamo rispondere con atteggiamento riflessivo”, avverte Paolo Pigozzi, medico e nutrizionista. “Spesso sono prodotti pubblicizzati per la presenza di potassio o altri nutrienti facilmente ottenibili da una dieta equilibrata”.

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La parola all’etichetta

Le bevande oggi più diffuse sul mercato hanno caratteristiche diverse: due sono infatti costituite da linfa di betulla e acero; due derivano dal frutto di cocco e cactus; una dal gel della foglia di aloe. Tutte sono esibite come prodotti naturali, ma è così? L’etichetta ci rivela l’effettiva composizione. La naturalezza viene meno se ci sono zuccheri, edulcoranti, conservanti e aromi. È molto importante anche valutare l’acqua aggiunta e questo è ben visibile in etichetta. La linfa, infatti, è costituita dal 95% di acqua vegetale con varie sostanze nutritive; se una bevanda contiene in media solo il 15% di questa linfa (come spesso accade nei prodotti convenzionali), allora i presunti effetti benefici sono solo un miraggio.

Acero, linfa che rinfresca

È la linfa di alcune specie di acero, che normalmente viene bollita per produrre lo sciroppo; per ottenere l’acqua vegetale è solo filtrata e pastorizzata. Dolce e rinfrescante, ha un tenore di zuccheri del 2% circa e un basso apporto calorico. Il prodotto in commercio è spesso bio. Negli Usa l’acqua è presentata come la risposta locale a quella di cocco: ne viene vantata l’abbondanza di antiossidanti e soprattutto di manganese. In realtà non è necessario supplementare questo minerale, presente in molti vegetali e di cui basta un apporto minimo, coperto dalla dieta. In ogni caso, tolta l’acqua, i nutrienti scarseggiano: per esempio, in 100 ml ci sono 5,25 mg di potassio e 0,7 mg di magnesio. Quanto alle proprietà salutiste, quest’acqua è paragonata all’omonimo sciroppo ma, a differenza di questo, non è stata oggetto di ricerche e non è detto che i due prodotti siano sovrapponibili, visto che uno è concentrato e l’altra no. Contengono entrambi acido abscissico (probabile ipoglicemizzante), presente però anche in molti altri vegetali. L’acqua di acero può essere un piacevole diversivo dissetante, ma non a buon mercato, se non si sottovalutano la presenza di zuccheri, che, per quanto pochi, possono arrivare a incidere sull’apporto quotidiano.

Aloe vera, per stimolare il sistema immunitario

L’acqua è ricavata dal gel presente all’interno della foglia, opportunamente diluito. Come indicano gli studi, l’aloe vera ha moltissime proprietà, soprattutto immunostimolanti. Purtroppo non è così per tutto il gel in vendita, e tantomeno per le bevande commerciali che hanno il 10-20% di gel e poi additivi, vitamine, dolcificanti. Va un po’ meglio con il bio, che aggiunge solo zucchero di canna, acido citrico e aromi naturali. Ma non è con gli zuccheri che si ottiene una buona idratazione, e non è con quel 10-20% di aloe contenuta nell’acqua vegetale che si ottengono grandi benefici.

Betulla, un vero ricostituente

La linfa trasparente e dolciastra, tradizionale cura primaverile dell’Europa del nordest, si ottiene recidendo un ramo grosso di betulla da cui sgorgano ogni giorno 4-5 litri di linfa. Poi si chiude il taglio, senza danni per la pianta. Povera di calorie e zuccheri, contiene minerali e oligoelementi (calcio, magnesio, potassio, ferro e altro), antiossidanti, alcaloidi contro i dolori articolari; da segnalare la betulina, sostanza antinfiammatoria, diuretica e depurativa, che riduce l’accumulo di acidi urici e scorie azotate. Insomma, un valido integratore, da assumere a digiuno con cicli di 15 giorni. Sconsigliato però a chi presenta allergia alla pianta e ai salicilati, insufficienza cardiaca e renale. Le bevande in commercio variano da quelle convenzionali, per lo più con zuccheri o edulcoranti, vitamine, sali minerali aggiunti, aromi e conservati, a quelle bio, con acido citrico e aromi, qualche volta zuccheri; esistono acque con l’80% di linfa di betulla e altre con il 15%. Anche in questo caso, la lettura dell’etichetta è fondamentale.

Cactus, acqua o integratore?

Ricavata dai frutti spremuti del genere Opuntia, privati dei semi e mischiati con acqua, a volte succo di limone o aromi, la bevanda è fruttata, gustosa e rinfrescante. Benché usati tradizionalmente a scopi curativi, i frutti hanno dalla loro pochi studi scientifici. Ne vengono riconosciute le proprietà ipoglicemizzanti per il diabete 2 e la presenza di vari antiossidanti (in particolare nei frutti a polpa rossa) tra cui la betalaina. Al momento, l’acqua di cactus non è di facile reperibilità. In erboristeria si può però acquistare un integratore ottenuto dal succo delle pale (cladodi), che hanno riconosciute proprietà antinfiammatorie, ipoglicemizzanti e antimicrobiche.

Cocco, ideale per lo sport

L’acqua di cocco (da non confondere con il latte, ottenuto dalla polpa) è il liquido presente nella noce, soprattutto quella giovane. Dolce e gradevole, contiene zuccheri naturali, pochi grassi ma buone quantità di minerali, in particolare potassio che, insieme agli elettroliti, rende il liquido ideale per la reidratazione in caso di forte sudorazione (anche come bevanda sportiva isotonica) e di diarrea. Grazie al buon equilibrio tra potassio e sodio può aiutare a controllare la pressione. Tonica e antiossidante, l’acqua di cocco è utile per le vie urinarie perché diuretica e antisettica. È però sconsigliata in caso di insufficienza renale. L’acqua di cocco in vendita è prevalentemente pura e spesso bio; a volte è mischiata con acqua, aloe o altro; meglio scegliere quella al 100% ed eventualmente diluirla a casa o usarla tal quale se la situazione lo richiede, ad esempio dopo lo sport. Sempre senza esagerare.

 

Un sorso d’acqua vegetale - Ultima modifica: 2019-02-12T09:30:13+01:00 da Sabina Tavolieri

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