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Gli additivi non sono necessariamente un elemento negativo, a volte ad esempio possono aiutare molto nel migliorare la sicurezza alimentare, ma è indubbio che il loro uso è massiccio e dilagante anche quando non sarebbe affatto necessario e che la loro assimilazione non sia proprio il massimo per la nostra salute. Però per quanto sorprendente si tratta di un "vizio" molto antico e per nulla recente come racconto in questo breve articolo che offre diversi spunti di riflessione!!!

Succede spesso oggi che sul banco degli imputati del cibo che consumiamo quotidianamente salgano all’onore della cronaca i diversi additivi aggiunti nelle fasi di preparazione e confezionamento.

Il punto è che in molti casi gli additivi sono aggiunti anche solo per migliorare l’estetica di un prodotto grezzo che di per se non avrebbe nulla in meno se fosse venduto come da raccolto primario e questo lascia devo dire abbastanza sconcertati.

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Tuttavia sbaglieremmo se pensassimo che tutto questo sia prerogativa della sola nostra epoca moderna in cui l’industria alimentare ha assunto un ruolo di assoluta preminenza e composti chimici tra i più sofisticati e efficienti hanno fatto la loro comparsa.

Perché per quanto sorprendente gli additivi, cioè sostanze esterne aggiunte ai cibi per ottenere risultati di vario tipo che vanno dal miglioramento estetico, alla lunga conservazione fino alla sofisticazione vera e propria sono sempre stati usati nella storia alimentare dell’uomo.

Lungi da me il volere difendere gli abusi elevati che si fanno oggi degli additivi che per altro di per se non sono necessariamente sostanze negative visto che possono ad esempio a livello di sicurezza farci stare più tranquilli quando consumiamo determinati cibi.

Quello che voglio sottolineare è che si tratta di un "vizio" molto antico e che quindi non c’è un prima e un dopo nell’uso degli additivi in campo alimentare né un età “idilliaca” in cui questo non accadeva e si consumavano cibi immacolati.

Qualche traccia di questo?

Banalmente il sale e il fumo, ovvero la salagione del cibo e l’affumicatura per una maggiore conservazione nel tempo che in molti casi avveniva in modo maldestro e ben poco igienico, la prima ad esempio utilizzando sale pieno di impurità esterne non proprio sane, la seconda avvolgendo il cibo con composti che oggi non faremmo fatica a ritenere dei veri e propri veleni.

Per non parlare della potassa che i Romani mettevano nei loro vini o della soda per migliorare il colore brillante delle verdure, sostanze chimiche vere e proprio come le classificheremmo oggi usate non tanto per il fine di migliorare l’apporto nutrizionale o di resa energetica del cibo quanto per scopi apertamente fraudolenti.

Ma c’è stato di peggio come il pane mescolato a gesso e cenere di ossa solo per migliorare l’aspetto bianco a dispetto di quello scuro del normale pane integrale quando ancora non si riuscivano a ottenere farine molto raffinate.

E ritornando alle nostre amate verdure l’incredibile pratica di lessarle con dentro l’acqua una monetina di rame per vivacizzare il colore o il burro realizzato con sego per candele e scarti di lavorazione del latte.

Insomma questo vizio dell’uso degli additivi lo portiamo con noi da quando la distribuzione del cibo è diventata una pratica diffusa in un quadro di aggregazioni sociali massicce che andavano al di la delle precedenti piccole popolazioni che vivevano solo di raccolto e coltivazioni locali.

Per concludere facciamo sempre molta attenzione alla quantità e alla tipologia dei additivi contenuti nei cibi che acquistiamo senza però credere che questa sia una prerogativa della sola età moderna, purtroppo il "vizio" è proprio molto antico!!!

Cibo a additivi, un “vizio” molto antico! - Ultima modifica: 2021-09-23T11:59:07+02:00 da Giuseppe Capano

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