Cucina di montagna
Un grande amore per i pizzoccheri

pizzoccheri
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Dalla scoperta di come i nostri avi coltivavano grano saraceno, passando per il mulino, l’impasto e la preparazione fai da te, fino alla mise en place dei pizzoccheri. È questa un’esperienza che si può vivere in Valtellina, alla scoperta dell’iconico iper-gustoso piatto della tradizione locale. Pronti a scaldarvi il cuore con un po' di deliziose calorie?

Fuori piove, ci sono pochi gradi sopra lo zero e l’appetito è tanto. Tra i piatti più gratificanti in questo tipico mood autunno-invernale c’è un primo piatto che incarna la tradizione gastronomica della Valtellina. Stiamo parlando dei pizzoccheri, che in questa zona di montagna sono un vero e proprio culto, tanto da aver istituito l'Accademia del pizzocchero di Teglio. Nel 2008, inoltre, è nata l'Associazione per la coltura del grano saraceno di Teglio e dei cereali alpini tradizionali, che riunisce i coltivatori autoctoni che hanno mantenuto la tradizione agricola valtellinese.

Mulino Menaglio

Uno dei luoghi dove poter entrare in contatto con questa realtà e immergersi nella storia contadina è il Mulino Menaglio, l’esempio meglio conservato dei tipici mulini ad acqua un tempo presenti su tutto il territorio. L’edificio, collocato su un ripido pendio della Val Rogna, è stato di recente restaurato ed è visitabile con guida previa prenotazione.
Al suo interno, ma anche nei suggestivi spazi outdoor che lo circondano, si prova l’emozione di entrare in un mulino in attività, con tanto di macchinari attivi per la macinatura dei grani. Inoltre, il mulino ospita anche un piccolo museo che permette di scoprire gli attrezzi tipici del lavoro agricolo e le abitudini alimentari legate alla coltivazione dei cereali. Insomma, un’esperienza che permette di fare un tuffo nel passato e di scoprire la cultura e i mestieri tipici della tradizione valtellinese.

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Pizzoccheri fatti in casa: un gioco da ragazzi!

E dopo aver scoperto come avveniva la pulitura, molitura e macinazione del grano presso l’ultimo mulino a pietra ancora attivo, cosa c’è di meglio di una cooking class con cuoche di Teglio, custodi di ogni segreto che accompagna la preparazione dei pizzoccheri?

“I pizzoccheri si preparano nell’attesa che l’acqua nella pentola cominci a bollire. È davvero super veloce, un piatto da fare quando si ha poco tempo a disposizione”, ha spiegato la cuoca Enza Martinelli, dell’Associazione per la coltura del grano saraceno di Teglio.

Se nella teoria potrebbe sembrare impossibile, nella pratica è proprio così: l’impasto richiede solo qualche minuto. Per 4 persone lo si prepara impastando con acqua 400 grammi di grano saraceno e 100 di farina 00 più un po' di sale. «Una volta ottenuta una palla bella elastica, stendere energicamente con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile di 2-3 mm, dalla quale si ottengono le tagliatelle di grano saraceno. Al bollore dell’acqua la ricetta tradizionale prevede di versare le foglie di verza tagliate a striscioline e cuocerle per circa 9 minuti, per poi aggiungere le patate e continuare con la cottura per altri 9 minuti dalla ripresa del bollore. Una volta tuffate le tagliatelle nell'acqua vanno cotte per 10 minuti circa, nel frattempo in un pentolino bisogna far sciogliere, senza far bruciare ma sentendo il tipico sfregolio, una quantità di burro pari a circa 50 grammi a testa con qualche spicchio di aglio, senza mettere né salvia e nemmeno cipolla. Poi togliere l’aglio prima di versare il burro nella teglia, dove si saranno prima aggiunti 200 grammi di formaggio».

Con il grano saraceno si può preparare anche altro: polenta, Chisciöi e Sciatt, tipiche frittelle davvero molto gustose.

Non solo food: cultura e vino

Cosa abbinare a un buon piatto di Pizzoccheri? Dal Rosso di Valtellina all’inferno fino al più impegnativo Sforzato, i vini del territorio sono perfetti per accompagnare il gusto trionfale dei pizzoccheri tradizionali. In Valtellina ci sono molte cantine che meritano una visita, anche per ciò che rappresentano, come ad esempio la Nino Negri a Chiuro, nata nel 1897 e contenente barriques centenarie e un pezzo della storia locale. Un’altra cantina dove far tappa è l’Alberto Marsetti che prevede tour di due ore con visita al vigneto cittadino, a Sondrio, che si conclude con una ricca degustazione. Inoltre, 125 anni di attività fanno anche della Cantina La Gatta a Bianzone uno dei posti più storici della Valtellina: qui la famiglia Triacca produce 1 milione di bottiglie di vino all’anno e apre le porte della sua tenuta per visite, pranzi, cene e cerimonie.

Palazzo Salis
Foto: Previsdomini

Il territorio della bassa Valtellina, oltre ad esperienza enogastronomiche d’eccellenza e visite in cantina propone anche diverse esperienze culturali grazie a bellissimi palazzi, tra cui il Salis di Tirano, ancora di proprietà dei Conti Sertoli Salis. Il suo interno è un vero e proprio museo con 10 sale decorate ed affrescate, tutte recentemente restaurate, tra cui il cosiddetto "Saloncello", meraviglia artistica e punto d’incontro del potere politico in Valtellina nel XVII e XVIII secolo, oltre alla chiesetta barocca di famiglia dedicata a S.Carlo Borromeo.

Restando in tema di belle dimore, a Teglio si trova il Palazzo Besta, famoso per le sue stanze raffiguranti scene dell’Eneide, mentre a Sondrio, Palazzo Sertoli è celebre per lo spettacolare salone rococò “dei balli”, e a Morbegno c’è Palazzo Malacrida, definito “il più bel palazzo veneziano lontano da Venezia”.

Un museo particolare? Il CAST, - il CAstello delle STorie di montagna a Castello Masegra è un “museo narrante” che propone un percorso artistico e culturale interattivo.

E per smaltire?

Una delle esperienze che sta diventando particolarmente trendy in Valtellina è l’e-bike tour tra i terrazzamenti. Per smaltire è possibile non utilizzare il boost del motore elettrico da noleggiare anche in loco. Del resto, garantirsi la magnifica esperienza in bici, ma facendo decisamene meno fatica, soprattutto nelle salite, è una possibilità molto invitante.

 

Un grande amore per i pizzoccheri - Ultima modifica: 2023-11-21T08:00:51+01:00 da Sabina Tavolieri

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