Quando in carcere si coltiva bio


Tutto biologico, e la formula sta riscuotendo un successo crescente. Sono i prodotti coltivati all'interno della Casa Circondariale Sant'Anna a Modena

Frutta e ortaggi biologici sono i prodotti coltivati all'interno della Casa Circondariale di Modena dove alcuni detenuti, coordinati da tecnici agronomi, sono impiegati nella lavorazione dei 2 ettari di terreno agricolo a disposizione all'interno della struttura. Un progetto che va avanti da oltre 20 anni, e che nel corso del tempo ha dato l'opportunità a tante persone detenute al Sant'Anna di imparare un nuovo lavoro nel settore dell'agricoltura, e di mettersi alla prova. E i risultati non mancano.

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Le coltivazioni hanno ottenuto di recente la certificazione biologica, mentre i prodotti vengono venduti a realtà commerciali della grande distribuzione, generando così un circolo virtuoso di promozione, reddito e lavoro per i detenuti in semi libertà impegnati direttamente nelle attività. «Tutto il progetto è a capo della casa circondariale di Modena», spiega Roberto Ferri, tecnico agronomo, che prosegue: «La finalità principale è il reinserimento dei detenuti alla vita sociale attraverso la pratica del lavoro agricolo. Infatti tutte i detenuti impiegati non sono volontari, ma sono a tutti gli effetti dei braccianti agricoli che ottengono una qualifica professionale, una paga oraria in regola e un contratto».

Dalla terra nascono i frutti. Ma anche nuove opportunità lavorative da spendere in tanti settori, dall'agricoltura al verde urbano. Una bella possibilità per i detenuti. «In Italia poche altre strutture detentive fanno questo tipo di attività come la nostra - prosegue Ferri. Per entrare nel progetto i detenuti vengono seguiti da un gruppo di educatori, e c'è un processo di selezione. Si acquisisce una professionalità all'interno della struttura, e poi al termine della pena si può trovare lavoro in tanti settori come la manutenzione del verde, in aziende agricole o cooperative sociali. Abbiamo collaborato con il consorzio della Bonifica del Burana, poi con il comune di Spilamberto abbiamo pulito i fossi e sistemato il percorso Natura».

Un progetto che attualmente vede impegnati detenuti in tutte le fasi di semina, coltivazione, raccolta e confezionamento. Dal S. Anna infatti escono i prodotti già confezionati e pronti per la vendita, sia nello spaccio interno che per quelli destinati alla grande distribuzione. Pomodori, peperoni, zucchine e cipollotti sono solo alcuni ortaggi a coltivazione biologica. Da aggiungere anche il miele millefiori.

Quando in carcere si coltiva bio - Ultima modifica: 2012-10-09T00:00:00+02:00 da Redazione

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