Nei vigneti del Montefalco


Un piccolo tour nel mondo della viticoltura biologica dopo l'entrata in vigore ad agosto del Regolamento Ue che consente di scrivere in etichetta "vino biologico". Cominciamo dal Centro Italia, nell'"Azienda Agraria Moretti Omero", in Umbria

Quella di quest'anno è la prima vendemmia dopo l'entrata in vigore del Regolamento Comunitario sul vino che detta le regole anche della cantina e che quindi consentirà a chi lo applica di scrivere sulle etichette "vino biologico" e non più solo "vino da uve biologiche".  Cominciamo il nostro viaggio nel mondo del vino bio da Omero Moretti (http://www.morettiomero.it/) che dal 1992 ha convertito al biologico 11 ettari di ulivi e 11 ettari di vigna a Giano dell'Umbria nella zona del Montefalco. Quando lo raggiungo al cellulare sta raccogliendo l'uva Sagrantino per fare questo grande vino che Moretti è stato il primo a produrre in biologico.

La prima domanda, non può che essere: come sta andando la vendemmia?

La resa è bassa, alla fine avremo un 8-10% di succo in meno, è non è affatto detto che resa minore voglia dire automaticamente vino migliore. L'uva è molto bella perchè alle lavorazioni che facciamo in biologico per arieggiarla ecc. s'è aggiunto il fatto che non ha piovuto. Danni maggiori li abbiamo avuti soprattutto nei vigneti giovani di Ciliegiolo e Grechetto tant'è che l'assicurazione ci ha riconosciuto un danno del 30% dovuto alla siccità.

Advertisement

Cosa cambia per voi con il nuovo Regolamento?

In campagna non cambia nulla. In cantina invece sì, soprattutto per le sostanze che si posso usare o che sono proibite. Però per me è una situazione curiosa perché per esempio per l'anidride solforosa è consentito un limite (100-170mg/l per i rossi, 150-170mg/l per i bianchi) più alto di quello che ho applicato io finora seguendo il disciplinare dell'Aiab (60-70mg/l per i rossi. 80-90mg/l per i bianchi). Naturalmente io continuerò a usare gli stessi quantitativi perché non c'è motivo di aumentare.

Poter scrivere sulla bottiglia "vino biologico" è un vantaggio per voi...

...e per i consumatori! Il rapporto diventa così molto più chiaro, trasparente. Noi sappiamo meglio cosa vendiamo e loro cosa comprano. Per fortuna il Regolamento consente di etichettare nel modo nuovo anche i vini prodotti in anni precedenti purché si sia in grado di dimostrare di avere applicato le norme contenute nel Regolamento. Io per esempio ho tre annate di Montefalco Sagrantino che sono in fase di invecchiamento...

Una delle cose per le quali il Regolamento è stato criticato è che consente livelli troppo elevati di anidride solforosa. Che ne pensa della possibilità di fare vini senza aggiungerne affatto?

Al momento io credo che non sia possibile ed è quello che conferma il mio enologo. Nella mia esperienza i vini senza aggiunta di solforosa che ho assaggiato avevano tutti qualche difetto. Però in quella direzione bisogna lavorare, anche se l'anidride solforosa non è il demonio. Ed è quello che già stiamo facendo. Io ho avviato una prova: ho una botte senza anidride solforosa aggiunta che debbo svinare fra poco e imbottigliare. Vedremo. Mia figlia sta facendo la sua tesi di laurea proprio sulla possibilità di avere linee di produzione senza solforosa aggiunta. Più in grande potremo muoverci se l'Ue approverà il progetto presentato dall'Aiab e che prevede appunto che un certo numero di aziende, fra le quali la mia, siano coinvolte nella sperimentazione che ha come obiettivo zero solforosa aggiunta. Nel giro di non molti anni si potrebbe arrivare a dei risultati importanti.

 

Nei vigneti del Montefalco - Ultima modifica: 2012-10-01T00:00:00+02:00 da Redazione

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome