Lo annunciano in un comunicato stampa Conapi e Unaapi, le due principali associazioni di apicoltori, che mettono sotto accusa pesticidi e maltempo
In una conferenza stampa indetta qualche giorno fa da Conapi e Unaapi presso la sede bolognese di Legacoop Agroalimentare Nord Italia, sono stati presentati i dati relativi alla moria di api che, da Nord a Sud, hanno caratterizzato l'ultima primavera: fenomeno che si era già verificato, con effetti altrettanto gravi, nel 2008.
Sono oltre 60 le segnalazioni di grave avvelenamento di interi apiari raccolte tra marzo e maggio 2014 dalla rete “Spia” del progetto Beenet. Come sei anni fa, anche nei mesi scorsi gli eventi si sono manifestati in coincidenza con la semina di mais e i trattamenti di fruttiferi e vite, di cereali e ornamentali, mentre si è accertato che le cause delle morie non sono di tipo veterinario. Per questo Conapi e Unaapi hanno voluto richiamare l’attenzione delle istituzioni nei confronti di alcune pratiche agronomiche scorrette e talvolta non in linea con le normative vigenti.
Cosa è successo dunque nella primavera 2014? Il clima mite invernale ha favorito le infestazioni di insetti nocivi spingendo gli agricoltori a intensificare i trattamenti anche in colture solitamente non trattate come i cereali vernini. I controlli, dopo anni di relativa tranquillità per gli apicoltori, possono non essere stati così stringenti. In più, alcuni nuovi preparati recentemente autorizzati e alcune pratiche fitosanitarie si sono rivelati pericolosamente impattanti su api e altri impollinatori.
A gravare ulteriormente sulla campagna miele, inoltre, le condizioni meteo decisamente sfavorevoli che hanno determinato pesanti ripercussioni sulle rese. In riferimento alla produzione italiana, quest'anno si prevede una flessione media del 50% per i mieli di acacia, castagno, agrumi e millefiori primaverile-estivo. Il che si tradurrà in un aumento dei prezzi d'acquisto che si attesterà tra il 20 e il 30%.