E’ l’indirizzo previsto da una legge recentemente approvata dal Parlamento francese. Un progetto che metterà in campo interventi di formazione, sperimentazione di nuovi sistemi di produzione e sovvenzioni statali. L’obiettivo? Avere entro il 2050 la maggioranza delle aziende agricole “convertite” ai nuovi metodi
Lo scorso 11 settembre il Parlamento francese ha votato a grande maggioranza la legge sull’agroecologia proposta nel 2012 dal Ministro dell’Agricoltura, dell’Agroalimentare e della Foresta Stèphane Le Foll: un progetto ambizioso che metterà in campo interventi di formazione, sperimentazione di nuovi sistemi di produzione e sovvenzioni statali. Obiettivo: avere entro il 2050 la maggioranza delle aziende agricole votate all’agroecologia. Ma di cosa si tratta? Il quotidiano La Stampa ne ha parlato con il Ministro Le Foll. Rispondendo alla prima domanda il ministro a illustrato i tratti distintivi del provvedimento legislativo appena adottato: “Il nostro progetto – ha detto - nasce dall’idea che la natura e l’ambiente non sono un ostacolo bensì alleati preziosi e punti di forza per la competitività. La legge analizza tutte le componenti necessarie per permettere una transizione verso un’agricoltura più ecologica, in cui il consumo di energia, di acqua, di pesticidi e fertilizzanti chimici è ridotto al minimo e in cui ci si affida all’ecosistema stesso per garantire la fertilità del suolo, la produttività e la protezione delle colture. Per esempio, più si lavora la terra meccanicamente e più povera diventa, invece i microrganismi che vivono naturalmente nel suolo svolgono la stessa funzione preservando le qualità del terreno. Ed è proprio quello che prevede la legge: limitare l’uso di prodotti fitosanitari, sperimentare nuove forme di produzione agricola, la rotazione e la diversificazione delle colture e l’aumento delle superfici coltivate a biologico. Per rendere possibile questo abbiamo previsto interventi nel campo dell’educazione e della formazione per gli agricoltori e incentivi per lo sviluppo di progetti di agroecologia. Ovviamente per noi la sfida non si pone solo a livello di singoli paesi ma a livello globale. Sono dunque molto soddisfatto del successo del Simposio Internazionale organizzato dalla FAO su iniziativa francese e coinvolge più di 30 paesi. Esso testimonia una presa di coscienza dell’importanza del tema per la comunità internazionale”.