Brasile, Francia, Norvegia, Senegal, Sudafrica, Indonesia e Thailandia. Potrebbe sembrare un quiz: che cos'hanno in comune questi 7 Paesi? Sono le nazioni che costituiscono, in ambito ONU, il Foreign Policy and Global Health, gruppo che si occupa di politiche internazionali riguardo la salute. Nel corso dell'ultima riunione, che si è avuta a Ginevra all'inizio di novembre, hanno approvato un progetto di risoluzione che dovrebbe portare i Paesi membri delle Nazioni Unite ad adottare politiche fiscali e normative contro il consumo di cibi “non sani”, come la tassazione o particolari indicazioni in etichetta. Un piano che dovrebbe essere discusso entro l'anno all'Assemblea generale di New York.
MA CHE COS’È UN CIBO NON SANO?
Non abbiamo tutti la stessa idea di cibo non salubre. All'interno di queste discussioni il dito è puntato verso gli alti contenuti di grassi, zucchero e sale, e il fine è tentare di contrastare l'epidemia di obesità e malattie metaboliche che ormai da tempo sono diventate una delle principali cause di morte della popolazione mondiale. Ma prodotti millenari e genuini come un formaggio stagionato, in effetti ricco di sale e grassi, finirebbero sotto la scure di queste norme, e infatti le associazioni di categoria degli agricoltori italiani, Coldiretti in primis, alzano gli scudi ogni volta che se ne parla, temendo per le vendite dei nostri prodotti tradizionali che verrebbero equiparati – come “pericolosità” - a una bibita zuccherata. Ma, sotto questo punto di vista, non è sano il singolo cibo o la dieta nel suo complesso?
IL BOLLINO NERO CILENO
Il Cile, dove il tasso di obesità, per quanto riguarda l'America Latina, è secondo solo al Messico, ha da tempo introdotto norme in materia. È lì che è stato istituito il “bollino nero” con indicato alto en quando si superano limiti definiti per calorie, grassi saturi, sodio o zuccheri. Se un cibo ha il bollino nero non può essere venduto nelle scuole o pubblicizzato in TV negli orari in cui sono presenti in prevalenza i bambini. Tutto questo ha portato alla riformulazione di un gran numero di prodotti industriali, anche se in molti casi è stata la sostituzione di parte dello zucchero con dolcificanti artificiali. Siamo sicuri che sia un miglioramento?
QUELLO CHE MANCA? L’EDUCAZIONE ALIMENTARE
Domande senza risposta. Ma ho in mente soprattutto “educazione alimentare”: penso che sia da lì che si debba partire. Perché quando si è competenti si è in grado di valutare e di decidere, magari, di fare strappi alla regola quando ne vale la pena.
Caro Direttore quanta ragione nella sua esposizione e quanta ignoranza e forse voluta occultezza da parte dei membri nel non mettere in evidenza che il vero cibo sano è sopratutto il cibo non avvelenato da fitofarmaci in agricoltura e dagli antibiotici negli allevamenti, poi possiamo parlare anche di grassi saturi insaturi e via dicendo.
Grazie e complimenti per il suo articolo.
Felice Rao
Grazie mille a lei!
Buona giornata
Venetia Villani