Uno dei tanti vantaggi di lavorare in un ristorante strutturato all’interno di un market biologico, come l’ultimo progetto che sto coordinando e portando avanti, è che spesso si ha l’opportunità di provare, scoprire o semplicemente approfondire meglio le caratteristiche di prodotti nuovi o meno.
Prodotti che poi sono spesso l’ispirazione per la creazione di nuovi piatti arrivando a suggerire magari nuovi strade, condimenti, presentazioni, consistenze e molto altro.
Così fino ad ora ho pensato che dai fichi conservati più che qualche variante dei classici fichi secchi, ripieni di qualche altra frutta secca o qualche crema, non ci si potesse aspettare.
Sbagliandomi evidentemente visto che tempo addietro ci sono arrivati da provare una serie di interessanti varianti di sottoprodotti ottenuti da fichi secchi di buona e controllata varietà, naturalmente biologica.
Fra cui un essenza abbastanza interessante per lo sviluppo di nuovi e particolari condimenti o per un utilizzo calibrato nell’ottica di valorizzazione di qualche alimento con semplice cottura o assemblaggio.
Non si è potuto resistere quindi alla prova e subito ho studiato una ricetta per capire quanto possa tornare utile in cucina un prodotto di questo tipo, sulla carta abbastanza interessante se l’obbiettivo e sfruttare l’aroma agrodolce di fondo che può donare alle diverse potenziali elaborazioni.
Si tratta di un essenza di fichi che come documenta il produttore è ottenuta dagli esclusivi fichi della varietà Dottato, ricchi di polpa e con semi finissimi.
Il condimento che si ottiene, come vedete da foto, ha un colore nero e una densità che subito per analogia ricorda l’aceto balsamico anche se poi l’aroma è ben diverso e prevalentemente dolciastro.
Per questo nella prima elaborazione ho pensato di arricchirlo da qualche elemento agro e affiancarlo dal potente olio extravergine di oliva.
Ma della bella insalata che è venuta fuori ve ne parlo più approfonditamente domani lasciandovi naturalmente anche la ricetta.