A dispetto di una filosofia sana incentrata su gusto, gioia e benessere a tavola dobbiamo obbiettivamente prendere atto di come ci sia stato un cambiamento radicale negli ultimi decenni dell’approccio con il mondo del cibo e il rapporto con la cucina intesa come preparazioni da realizzare per soddisfare i propri bisogni di sostentamento e salute.
Sono cambiate le priorità e il valore dato all’atto stesso di cucinare con un paradosso profondo che vede la cucina sulla bocca di molti e esposta in tanti ambiti di comunicazione, ma di fatto praticata da pochi o in maniera del tutto marginale senza la dedizione di un tempo.
Investire tempo in cucina sembra sia oggi per la maggioranza delle persone con tutte le eccezioni del caso un “costo” personale troppo alto, si mangia e si cucina di fretta pur di lasciare spazio ad altro.
Non sono tanto mie riflessioni personali, quello che vi sto raccontando viene fuori dall’ultimo rapporto della Federazione Italiana Pubblici Esercizi che ha condotto un analisi molto dettagliata e ricca di spunti interessanti.
Per quanto le statistiche a volte siano non proprio precise o specchio reale di una situazione colpisce indubbiamente constatare come oggi solo circa il 30% delle persone prepara un pasto per il pranzo.
E se questo può essere capibile in un mondo che richiede spostamenti importanti per il lavoro e la professione con una lontananza fisica da casa durante il giorno quello che lascia più increduli è come per la cena la percentuale arrivi a solo il 53%.
In pratica la metà delle persone non cucina a cena e ricorre a altre soluzioni: cibi pronti, locali ristorativi, pasti a domicilio e così via sfruttando tutto quello che la moderna ristorazione può offrire.
Ma non solo si ha poco o nulla tempo per cucinare, spesso se ne ha ancora meno per mangiare e si ingurgita qualcosa pur di poter fare altro, il rapporto indica infatti come mediamente un pasto venga consumato in meno di 30 minuti.
Una fretta di consumare che è ancora meno spiegabile se pensiamo a un ambito serale non collegato a dinamiche di orari di lavoro e per di più responsabile di una lunga serie di problematiche di salute legate all’alimentazione e alla dieta.
La spirale del poco tempo continua poi con gli acquisti, sempre più veloci, stringati, poco organizzati e precari nella scelta delle materie prime da cucinare.
Insomma un quadro poco edificante che avvantaggia indubbiamente tutto il mondo della ristorazione che trova sempre più fasce di clientela estesa, ma lascia un po’ di amaro in bocca se pensiamo a quanto sia fondamentale il cibo per stare bene in salute.
Ma aggiungerei anche a un amore per il cibo e la cucina che sembra in declino, la passione di una mamma o una nonna di un tempo non tanto lontano nel cucinare con attenzione e dedizione alimenti accuratamente ricercati e valutati per la loro bontà e resa sembra oggi qualcosa di estremamente antico.
Tuttavia quello che la ricerca non racconta e ci conforta è quel cuore pulsante fatto da tante persone che continua a battere intensamente per la buona cucina e il buon stare in salute con il cibo.
Un nucleo positivo che dobbiamo saper incentivare sempre di più e non abbandonare mai a se stesso continuando a cercare e offrire soluzioni pratiche e percorribili di gusto, gioia e benessere a tavola come facciamo noi di Cucina Naturale!!!